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sabato 1 dicembre 2012

Il Sud prigioniero

Il Sud visto dal Sud è un’enorme prigione. A cielo aperto – va al supermercato, fa i bagni di mare, si sposa, fa ancora figli. Ma sotto una cappa, non immaginaria. Una polizia carente – le mafie e gli abusi sono anzitutto un problema di polizia. Un mercato iugulatorio. Senza rappresentanza politica. Sotto l’assedio costante dei media, non innocente. E anche per questo a volte delirante. Brogi documenta divertito i progetti di sussidiarietà della giunta De Magistris a Napoli, nelle assicurazioni, nelle tasse, ci sarà perfino una moneta locale (uno sconto del 10 per cento a chi, essendo in regola col fisco, fa la spesa in città piuttosto che negli ipermercati de localizzati). Ma poi documenta come la grande distribuzione fa la spesa più cara al Sud di un buon dieci per cento. E come al Sud si possono nazionalizzare i “pomodori di Pechino” e altri surrogati, una frode legale dei grandi importatori triestini, genovesi, lombardi. Un racconto piano, di cose – non ci vuole molto, ma bisogna non avere pregiudizi.
Brogi è andato al Sud, e ci ha trovato il Sud, naturalmente. L’impunità. E le chiacchiere – è un effetto dell’isolamento, girare a vuoto (c’è chi rivendica un orgoglio brigantesco). L’improntitudine anche – il sindaco di Bari non sa di avere un istituto agricolo di ricerca leader nel mondo. I pochi barboni dell’Albergheria a Palermo fanno pure a lui più impressione dei seimila della stazione Termini e di altri centri a Roma della Caritas. Al Sud tutto concorre.
Soprattutto Brogi vede burocrati. Anche quelli del separatismo, o della protesta. Cui l’occhio s’inumidisce alla “dismissione” di Bagnoli, dove s’immaginano che “nel nulla suona l’Internazionale, come un congedo dalla storia”, nel mentre che lottano – il Sud lotta sempre, più di tutti - per chiudere Taranto, un bel pezzo di pil. Ma sa vedere come si fa impresa al Sud, magari tornando da Londra. Come si riesce ad amministrare malgrado l’isolamento – incontra alcune delle sindachesse calabresi, quasi tutte sotto scorta. Anzi a figurare tra i migliori al mondo, come il sindaco di Riace. E come si può fare a Locri una televisione di donne per le donne. Su un tono ottimista. Lo stesso dell’“Addio Sud” di Eugenio Bennato che Brogi incontra a Roma: “La storia del presente sta nel suono di un tamburo che scandisce il futuro differente”.
Una visione, di cui purtroppo non c’è traccia materiale. Ma è vero che il problema primo del Sud è l’Italia.
Paolo Brogi, Uomini  e donne del Sud, Imprimatur, pp. 218 € 16

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