Cerca nel blog

lunedì 16 maggio 2016

Ombre - 316

Rossella Orlandi querela per conto dell’Agenzia delle Entrate “Striscia la notizia”. Che può ribattere sferzante: tanto pagheremo noi. Noi di Mediaset e\o noi contribuenti: “Loro fanno le cause. E chi paga gli avvocati? Sempre noi”. Ineccepibile.

Tanti delitti di lesa majestatis sono stati aboliti. Ma il privilegio di pubblico ufficiale no - basta un incontro ravvicinato con un vigile urbano per sentirne il tanfo. È il problema numero uno della burocrazia: la supponenza. Insieme col bieco sindacalismo del non fare.
Non il pubblico ufficiale di Hegel, sacerdote dello Stato. No, lo sbirro. Senza appunto senso del ridicolo.

“Striscia la notizia” può anche vantare il servizio pubblico. Di fare cioè quello che la Rai, pagata per questo, e molto, non fa. Si ricorda ancora anzi una pretessa della supponenza Rai, Loredana Lipperini, denunciare “Striscia” sul “New York Times”  come un sito berlusconiano di vallette. Dopodiché la Rai sfido “Striscia” con i pacchi. Una cosa così volgare, perfino fraudolenta, che nemmeno Berlusconi ci ha mai pensato.

Statali, le retribuzioni medie sono calate di 600 euro negli ultimi quattro anni, calcola “Il Messaggero”. “I comparti più penalizzati: scuola e forze armate. Buste paga in crescita invece per i magistrati”. La giustizia è uguale per tutti.

“La lettura” si promuove sul “Corriere della sera” con “L’atto di nascita dell’ontologia”. È tale la sete di sapienza? Immaginiamo la “New York Review of Books” che si promuove con l’ontologia, o il “New Yorker”. Poi dice che gli italiani non sanno leggere.

Verstappen, 18 anni, neo patentato, appena sbarcato alla Red Bull, alla sua prima gara batte le due Ferrari. Di due piloti superpagati, quindi bravi. “La macchina era troppo lenta”, si sono giustificati Vettel e Raikkonen. Ma non è una scusa.
Ha vinto una macchina che fino all’altro anno montava motori Ferrari e non vinceva niente. Quest’anno monta motori Renault, con piloti baby, per risparmiare, e vince.

Ma Marchionne è soddisfatto, che è anche il presidente della Ferrari. Corre per perdere? Una squadra così, dice, non l’ha mai avuta: “Questa squadra è irriconoscibile, in positivo, rispetto a quella delle passate stagioni”. Quando, però, ogni tanto vinceva.

Sarà per la Ferrari come per la Juventus: dentro Fiat non vince nulla. Fiat sa fare le macchinette, e niente più. Per mezzo secolo non ha avuto la media cilindrata, l’erede della Millecento – forse ora con la 500 L. E i marchi che ha comprato li ha sviliti - Lancia e Alfa riducendo a due adattamenti, della Punto e la Bravo. Perché mandare gli ingegneri Fiat, gente da caserma, a fare la Ferrari, o anche solo un’Alfa? È sempre la sindrome a Torino dell’unità d’Italia: conquistare con i bersaglieri.

Perché non dare alla Cassa Depositi e Prestiti lo statuto della Kfw tedesca?  Coraggio, si alleggerisce il debito di 3-400 miliardi, il debito pubblico. Invece no, i nuovi manager Cdp “presi dal mercato” fanno solo progetti faraonici di investimenti, pubblici – il “trucco” Kfw è di fare investimenti almeno a metà privati.

Si dice che i tedeschi sono cattivi, che non mettono i debiti di Kfw bel debito pubblico. Ma a volte sono solo più intelligenti. Un poco.

Carcerati i carcerabili, smerdati gli smerdabili, e i non, e dato il colpetto al governo, i giudici e gli inquirenti di Tempa Rossa sono tornati allo stato naturale, il letargo. Troppa fatica?

Niente condanne e niente assoluzioni a Potenza per il tanto gridato scandalo del petrolio. I lavoratori sono in cassa integrazione, e i carcerati chi se ne frega: “La legge è qualcosa di sordo e inesorabile”, come ai tempi di Tito Livio, “Ab Urbe condita”, Libro II, 1, 3.
A differenza di Livio, però, la legge potentina è equanime: lo storico romano la voleva infatti “qualcosa di sordo e inesorabile, migliore e più vantaggiosa per l’indigente che per il benestante”.

Davide Paolini non ama più il caffè. Difficlmente lo trova buono. Chiunque può attestarlo. Viaggiando, poi, si scopre che il miglior espresso si fa in Germania. Da macchine italiane ma scelte con criterio. Con miscele di buon gusto e non tanto per bruciare la lingua. Da operatori addestrati. In Italia no, non è possibile.
È come per la pizza, che chiunque la impasta, indigeribile.

Gara di solidarietà a destra all’improbabile Raggi: Salvini, Meloni, lo stesso Bertolaso la vorrebbero sindaco di Roma. Contro il candidato Pd, dicono, in realtà l’uno contro e a dispetto dell’altro. E questo è il problema di Roma, le candidature: da mercatino, o da manicomio.

“Denunciati cinque rom. I gioielli rubati in più case del centro a Roma scoperti nella villa di un clan rom vicino Bergamo. Ritrovati anche i 200 mila euro rubati al calciatore della Roma Rajan Naingolan. Cinque denunciati”. Niente arresti, niente sequestri: quelli solo per i politici, solo per loro c’è il pericolo di fuga, per i nomadi no.

Poliziotti, carabinieri e guardie carcerarie di Milano – abruzzesi, molisani e pugliesi in servizio a Milano – si candidano alle comunali di Carapelle Calvisio, in Abruzzo. Hanno tre liste: una trentina di candidature in realtà al riavvicinamento – sono quasi tutti del foggiano. Con un mese di ferie pagate per la campagna elettorale.
Anche nel vicino Castelvecchio Calvisio l’anno scorso si erano candidati poliziotti di Milano.

Ma Carapelle Calvisio e Castelvecchio Calvisio fanno l’uno 82 abitanti e l’altro 155. Stanno sul Gran Sasso a quote diverse, a 900 e a 1.100 m. di altezza, ma distano pochi km. Che senso hanno due Comuni? Oltre a fare le elezioni, per le quali ci vogliono per forza candidati di fuori – ci vogliono almeno due liste.

Alle comunali di Castelvecchio Calvisio l’anno scorso fu presentata una sola lista, quella dei poliziotti. E l’elezione fu per questo annullata.  A Carapelle, dove hanno il voto 67 residenti sugli 82,  se ne presentato sette, con 55 candidati. 

Nessun commento: