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mercoledì 18 maggio 2016

Il matrimonio non è peccato

Il matrimonio è amicizia. Anche nel rapporto sessuale. Sembra un’anticipazione dell’esortazione di papa Francesco “Amoris laetitia”, che fonda il matrimonio sull’intesa anche corporale. Sant’Agostino si converte al celibato tardi, ai trentun’anni compiuti. Poi, per altri quarant’anni, vescovo in Africa, dovrà gestire molte situazioni amorose di chierici e monache. Ma senza sconfessare la pulsione erotica, che qui si limita a leggere e regolamentare con una lettura appropriata dei sacri testi. Reinterpretando la sua personale vicenda. Dai 18 ai quasi 32 anni ha intrattenuto una compagna di letto, se non di vita – dalla quale ha anche avuto un figlio. La compagna viene licenziata ancora prima della conversione quando la santa madre Monica di Agostino, funzionario imperiale - professore di retorica - a Milano, decide che il figlio deve convertirsi e anche sposarsi, con una ragazza giovane di buona famiglia ambrosiana, per fare carriera. Le cose andarono diversamente. La compagna di tredici anni se ne tornò a Cartagine, ma Agostino non si sposò. Si convertì scegliendo la vita da religioso. Senza però sconfessare l’impulso erotico. I sacri testi accordando all’evidenza della procreazione.
Ci vorranno molti secoli prima che il matrimonio venga riabilitato - ammesso che l’esortazione del papa Francesco faccia testo. In questa guida ai suoi fedeli sant’Agostino ribalta la condanna, anche se senza esito: la chiesa si è attestata sui padri, Girolamo, Ambrogio, Gregorio di Nissa, Giovanni Cristostomo, che leggono la caduta come una fuoriuscita dallo stato “angelico”: il matrimonio, e fin la procreazione, era estraneo al progetto originario. Assurdo. Sant’Agostino non lo dice ma è l’evidenza della sua argomentazione, fin dalle prime righe. Senza vis polemica, controversistica, come un dato di fatto. La venuta del Cristo e i sermoni sulla verginità non cambiano la storia: il matrimonio non è un’istituzione sorpassata né da condannar e.

Altrove - nel voluminoso “La lettura della Genesi”, che inizia nello stesso anno in cui invia questa istruzione “De bono conjugali”, 401, e termina nel 414 - sosterrà in punta di dottrina che Eva non ha usato la seduzione sessuale per trascinare Adamo a mangiare il frutto proibito: lui l’ha mangiato con lei amicali benevolentia, per amicizia, così come soleva condividere con lei tutti i momenti e tutte le esperienze. Dopo aver risolto senza problemi il quesito perché maschio e femmina, perché il sesso, nel paradiso: perché accoppiandosi riempissero di figli il paradiso stesso. Una constatazione più che una spiegazione – la procreazione resta il fatto più misterioso della creazione. Qui accetta la sessualità anche non legata alla procreazione: al § 16, dove condanna il concubinaggio, assolve le spose che abbiano commesso “qualche eccesso con i loro mariti”.
Sant’Agostino, Le bonheur conjugal, Rivages poche, pp. 121 € 7
La dignità del matrimonio, free online

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