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martedì 14 giugno 2016

L'Europa è una carcassa vuota

“La questione delle regole è centrale nel contenzioso culturale europeo. Anzitutto perché non è chiaro chi stabilisce le regole”. Si può partire da questo assunto, incontestato, neppure dai montiani, se ancora ce ne sono, della miseria politica (l’assunto è politico, non culturale: ‘cca nisciuno è fesso, capiamo tutto ma siamo deboli, incapaci) in cui si sta asfissiando l’Europa. “Le regole si stabiliscono con la forza”. Anche questo è noto, da più tempo, poco contestabile. Ma se la regola è rubare, con buona coscienza?
Questo non si può dire – non riesce a dirlo neppure lui, il radicalissimo “Bifo”. E questo è il punto: non poterlo dire. La cultura cosiddetta laica ci ha improsati – Bifo, a quel che si legge, compreso – con Max Weber, con lo spirito protestante del capitale, e il rispetto delle regole. Non è niente vero, non c’è un’etica protestante (di quali protestantesimo stiamo parlando) – è anche un falso Max Weber. Ma ora comunque è questione superata: ora la differenza è fra chi, il sindacato tedesco, accetta di impoverirsi per “arricchire la nazione”, e chi si difende, il sindacato francese e quello italiano, e forse quello britannico fra una settimana. Solo, giusto per dirci europei, vorremmo poterlo dire, mentre il pensiero è unico pure in questo, che bisogna abbozzare. .
Ma a volte anche l’indignazione è fuorviante, bisogna essere chiari. “Bifo” lo è: “Il nazionalismo tedesco del ventunesimo secolo è un assoluto tabù”, rimarca nell’introduzione. Non del tutto, però,  tabuizza anche lui.  Il debito non è anatemizzato dall’“etica protestante”, supposta: è un’etica che ha convissuto col debito, fino alle creste speculative, dell’Olanda e degli Usa a più riprese, della stessa Inghilterra. Il debito non è anatemizzato in Germania - semmai l’inflazione, che è un altro business. È anatemizzato da Merkel, che fa aggio su un solido revanscismo nazionalista. Cui la Germania, è vero, più che volentieri si è piegata fino ai liberali dello “Spiegel” e della “Zeit” e agli stessi socialisti. Ma è un fatto politico, dei governi Merkel. Governi di destra e di sinistra alternativamente, che Merkel domina con questo golem. Si veda la “festa” che ha fatto, lei personalmente, alla Grecia. E quella che ha provato con l’Italia.
Che farcene della Germania è il tema. O come un tedescofilo, formato con Rudi Dutschke, diventa antipatizzante. “Bifo” ha raccolto alcuni scritti, su Maastricht a suo tempo, oltre vent’anni fa, sulla crisi greca (con due diari, uno in difesa di Varoufakis), e sul prima e il dopo. Di taglio catastrofista, e quindi di poco impatto - contemporaneamente pubblicava una ponderosa riflessione, dall’antifrastico titolo “Heroes: suicidio e omicidi di massa”, sulla voglia di dissoluzione del Millennio, ancora più pessimista. Ma non distratto, e non senza argomenti. “L’Europa s’impoverisce”, questo ognuno lo vede. “Maastricht disarticola le società”, pure. E il lavoro ricottimizzato: “Il lavoro operaio non è più il motore del processo di valorizzazione, e il lavoro cognitivo è incapace di farsi coro solidale”.
L’Ue è “una carcassa vuota che il sistema finanziario usa per depredare il prodotto sociale”, e “l’Europa è unita come lo era nel 1941”. Sotto Hitler? No. Ma. “C’è un enigma al cuore della situazione europea: quali sono le intenzioni della classe dirigente tedesca? Quali sono le sue aspettative riguardo al futuro dell’Unione? Non si rendono conto  dei pericoli (vittoria  delle destre nazionaliste, crollo dell’Unione,  guerra euro-russa) che si delineano all’orizzonte dopo cinque anni di austerity?”, è una nota di diario del febbraio 2015 – Syriza ha appena vinto le elezioni, è a maggio che la Grecia capitolerà a Berlino, cioè  a Bruxelles.
La distopia che azzarda, invece, è sbagliata in ogni suo punto: “È più probabile un proliferare di conflitti sempre più violenti (in Ungheria, in Grecia, nel Sud italiano, in Spagna) fino alla continentalizzazione dello scenario jugoslavo degli anni Novanta”. No, i tedeschi inorridirebbero – sono abituati a comprare senza pagare – un tempo si sarebbe detto alle razzie. E il Sud non si ribellerà mai. Né la Grecia o la Spagna. Magari si dissolveranno, si stanno dissolvendo, ma senza combattere. La speranza è dura a morire, certo, ma nei proverbi.
Franco Berardi Bifo, La nonna di Schaüble, Ombre Corte, pp. 165 € 13

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