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domenica 6 gennaio 2019

Ombre - 446

“Il periodo d’oro per la comunità nazionale è stato quella dal 25 luglio 1943 alla fine degli anni Ottanta, e se dobbiamo trovare una data per questa fine è quella del delitto Moro – impresa dovuta più che a terroristi imbecilli ad accorti servizi e nell’interesse anche della politica di altre nazioni – e della morte di Berlinguer, altro risultato della «strategia della tensione»”. È l’attacco della recensione di Fofi alla riedizione di Mario La Cava, “I fatti di Casignana”. Tutto si può dire. Anche sul “Sole 24 Ore”.

Perché Raggi non fa raccogliere la spazzatura a Roma? Per far commissariare l’Ama, e potere così far aprire dal commissario, che non dipende da lei, nuove discariche. Storia metropolitana? Ma non c’è altro. Niente discariche, niente termovalorizzatori, e niente differenziata.

Due anni e mezzo di sindacatura Raggi a Roma e non una buca colmata per le strade, marciapiedi e strade sporchissime, parchi non puliti, mezzi del trasporto pubblico a fuoco ogni giorno per consunzione. Senza mai un intervento di questa donna, una decisione, una promessa, una minaccia. Sembra impossibile, ma è il sindaco di Roma.

La Consob sanziona tre sindaci del “Sole 24 Ore” per omessa vigilanza. La Consob boccia il bilancio 2017 del “Sole 24 Ore” perché non riporta correttamente la svalutazione del quotidiano. Non c’è giorno che una magagna del “Sole 24 Ore” non venga a galla, di una lunga gestione fraudolenta. Del giornale che regola gli affari italiani.

Si fa il conto della non-liberazione dell’Afghanistan. Duemila miliardi di dollari, solo per gli Stati Uniti, con una spesa corrente di 45 miliardi l’anno. Un impegno militare diretto americano che è arrivato a 100 mila effettivi per molti ani, e ora è di 17 mila effettivi. Più le spese e le truppe dei “volenterosi”, Germania e Italia in testa. Per lasciare il paese agli stessi Talebani che lo controllavano all’inizio della guerra liberatrice, nel 2002. Tutto per non aver letto Kipling, i racconti della frontiera, o anche solo “Kim”.

Il lungotevere di piazza del Popolo è recintato da tredici anni. Per un parcheggio interrato, che non si può realizzare per motivi idrogeologici – ci passa il collettore fognario. Ma l’area non si libera – serviva da parcheggio di superficie: l’appaltatore recinta e poi non molla, e fra un appalto e l'altro, ne sono stati fati quattro nei tredici anni, si fa pagare le “opere provvisionali”.

Litigano, lei si prende la roba ed esce, lui la insegue, la raggiunge sulla scalinata verso via Chiaia, siamo a Napoli, la picchia, le mette al collo il colare del cagnetto di lei, per tirarla indietro strattonandola. Intervento dei passanti, poi dei Vigili Urbani, lei finisce in ospedale, prognosi di tre settimane, lui è condannato. Un fato di cronaca come un altro, forse tra ubriachi, o drogati. Curioso, ceto. Sopratutto perché dei due non si danno i nomi, benché siano maggiorenni, né la nazionalità – sono cingalesi. Le minoranze non si proteggono con la censura.

Si è fatta la guerra all’Afghanistan e all’Iraq dopo l’11 settembre, che non c’entravano nulla, per non farla all’Arabia Saudita e agli ambienti wahabiti-salafiti finanziati dall’Arabia Saudita nei quali gli attentatori sono stati imboniti e organizzati. Nascondendo la verità. Per esempio che Atta e altri si erano addestrati al pilotaggio aereo negli Usa, cioè conosciuti e seguiti dai servizi segreti americani.

Conte in ritardo per un  Consiglio Europeo a Bruxelles chiede al cellulare a Angela Merkel di rappresentarlo. Non c’è che la Germania come sponda per l’Italia in sede Ue. Senza Schaüble, però, e con Weidmann tacitato, il ministro del Tesoro e il presidente della Bundesbank che tanto hanno operato per affossare l’Italia, nel 2011 e dopo.

Grandi elogi al direttore, tedesco, degli Uffizi, che reclama la restituzione di un quadro, 00non granché, rubato da un soldato tedesco nel 1944. Uno solo? Mentre il Louvre celebra il record mondiale dei visitatori, dieci milioni. Grazie alla “Gioconda”. Che non fu rubata?

C’è gran concorso di studi in Francia, per il cinquecentenario vinciano, per dimostrare che Leonardo era francese. Si voleva da Vinci così, per uzzolo, era bastardo ne s’inventava storioni familiari. Scriveva per questo anche in italiano (toscano).

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