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martedì 16 febbraio 2021

Ecobusiness

Si compra una macchina ibrida che costa niente con i soldi pubblici, e si va a benzina. Chi ha il garage, con colonnina di ricarica? Chi ha la pazienza di ricaricare? Quante macchine sono in ricarica ai punti Enel? Semplice, no?
La Panda City Cross costa 15.300 euro, hybrid 8.400. La Lancia Y Ecochic costa 15 mila euro. Ibrida costa 12 mila – ibrida con incentivo 10 mila.   
Metà dell’acqua degli acquedotti si disperde per falle nelle condutture. La dispersione si calcolava in “poco meno” del 30 per cento a fine Millennio, e in “poco meno” del 40 pe cento nel 2011, l’anno del referendum, si cacola in “poco più” del 50 per cento oggi. Nel decennio niente è stato fatto per rinnovare la rete idrica, ferma al dopoguerra. Anche se le tariffe, comprensive della quota fissa, particolarmente elevata per colpire le “seconde case”, sono mediamente aumentate in tutta Italia del 20 e anche del 30 per cento.
Si vantano gli sciacquoni del bagno duplici, con una cassetta per la pipì e una più grande per la cacca, ma qual è il risparmio di acqua? Si usa la protezione ambientale per vendere prodotti inutili.  
Sostenibilità, circolarità, ambiente sono indirizzi finanziari e industriali. Che fanno tesoro dell’esigenza sempre più diffusa di protezione e pulizia dell’ambiente. Non è il viceversa. Le politiche ambientali sono le politiche industriali all’epoca degli investimenti pubblici per l’ambiente: si lavora spesati, con  larghi incentivi.
Sono le uniche politiche industriali ammesse: da molti anni gli incentivi ammessi senza limiti - e senza controlli – in Europa sono quelli ambientali. Ma sono anche (molto) remunerativi: per le fonti di energia rinnovabili, per esempio, i benefici di questa politica di incentivi sono altissimi.
Fa differenza, che l’ecologia sia una politica industriale (ora anche finanziaria) piuttosto che ambientale? Sì, nelle priorità e nei costi: proteggere l’ambiente comporta forti sprechi, a beneficio dei commissionari, e una scala di priorità falsata. Non si rifanno gli acquedotti, come non si assesta il territorio contro frane, alluvioni, terremoti perché non sono priorità industriali – di industrie e settori industriali che pesano sulle decisioni pubbliche.

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