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martedì 16 febbraio 2021

Camilleri chiacchierone felice

“Nené” Andrea Camilleri si racconta, come ha usato fare negli ultimi anni in numerose pubblicazioni. Qui nella trascrizione di un’intervista del 2006 per l’allora RaiSat Extra, raccolta da Francesco Anzalone, suo ex allievo di regia all’Accademia d’Arte Drammatica, e da Giorgio Santelli. Senza, notava lo stesso Camilleri alla prima pubblicazione in volume, nel 2013 (per Melampo, poi ripresa da Feltrinelli), “pause, espressioni, movimenti delle mani mani e del volto”, la mimica, le immagini che arricchivano il filmato. Supplite dalle illustrazioni a tutta pagina per ogni aneddoto di Claudio Sciarrone. Ma non senza il brio: più ripetitivo che inesauribile, ma sempre felice.
Gli aneddoti sono quelli noti ai lettori, dell’adolescenza fascista, la guerra, la fame, gli americani, compreso il gelido – “fituso” per i suoi soldati siculo-americani – generale Patton, il comunismo, l’Accademia di Arte Drammatica, conquistata con difficoltà, e presto perduta, per un’avventura nel dormitorio femminile durante il campo estivo, Orazio Costa, il dialetto. L’amicizia, tarda e non facile, con Sciascia, un mutangolo e un chiacchierone – “eravamo diventati amici e avevamo spesso delle discussioni feroci” (“«Cammillè’», mi chiamava Camilleri con due emme”). Il lungo purgatorio in attesa di un editore - caso unico fra  gli scrittori iscritti al Pci - da cui non Sciascia ma Ruggero Jacobbi lo trasse fuori, nel 1980, con Gina Lagorio – due socialisti, ma questo Camilleri non lo sa o non lo dice.
Con un ricordo nuovo di Stefano D’Arrigo, l’autore del “capolavoro nato” “Horcynus Orca”, che “si appropria” della madre di Camilleri (qui Camilleri ha mancato – taciuto? – il nodo dell’aneddoto: che la propria madre di D’Arrigo era una prostituta). Dell’onorevole Alessi, che rifiutò i 200 mila voti dei separatisti, quelli del bandito Giuliano, per la Dc, e fu per questo emarginato dal partito. Di Martoglio e Pirandello, per dire dell’“amicizia in Sicilia”. Di Nick La Rocca, il jazzista cui si deve “Tiger Rag”, nientemeno, a Palermo per una rimpatriata.
Con qualche tradimento di memoria. Nel 1947 butta dal finestrino del treno la commedia “Giudizio a Mezzanotte”, con cui aveva appena vinto il premio Firenze, presidente Silvio D’Amico, perché “scopiazzata da Sartre” – nel 1947 era difficile: chi era Sartre? E con un giudizio particolarmente avverso alla “liberazione” degli americani: “Con gli americani la mafia tornò al potere”. Con un utile repertorio dei personaggi citati.

Andrea Camilleri, I racconti di Nené, Zolfo, pp. 209, ill. € 20

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