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sabato 20 febbraio 2021

L’Europa è con gli Usa, ma non contro Russia e Cina

Niente glamour al primo G 7 di Biden, seppure a distanza, seppure per una prima presa di contatto (era tale anche per Draghi, ma nessuno ci ha fatto caso: l’Italia avrà problemi a uscire dalla politica estera di Grillo, che pure ha tanti “esecutori volenterosi” alla Farnesina). E semmai una constatazione di divergenze: di interessi divergenti, sotto le rassicurazioni.
Il messaggio del neo-presidente si vuole ottimista: tutto in ordine, tutto come prima, Trump è stato  una parentesi, un incidente. Con gli alleti europei, con il clima, con l’Iran (con l’Iran?), e tutti insieme contro la Russia e contro la Cina. Ma non è così. Biden non potrà tornare alla politica delle porte aperte della sua vicepresidenza con Obama, di cui è stata ed è vittima la classe operaia al suo paese. Ma se vuole confrontarsi con la Russia e con la Cina, dovrà farlo da solo. Di fatto, a parole magari no, ma l’Europa, cioè la Germania, non ci pensa.
Angela Merkel dice infine apertamente che la politica del boicottaggio economico della Russia non funziona: non produce effetti, se non negativi. Mentre va avanti sul piano bilaterale nella strategia di fare dela Germania un hub europeo per il gas russo, una sorta di grande agente di promozione commerciale di Gazprom, il feudo più fedele di Putin. E ha appena imposto una sorta di “trattato ineguale” all’Europa con la Cina: un trattato commerciale da cui la Cina avrà benefici, l’Europa non si sa. Pur di vendere qualche automobile tedesca in più.

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