Cerca nel blog

martedì 13 maggio 2014

Fu una guerra, altro che complotto

Alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere”, scrive Geithner. Ma questo è un fatto, non un complotto. Non qualcosa di oscuro, ma di certo. Come è un fatto che altri “funzionari” sono oggi all’opera per rimediare, con la tesi che al ministro Usa del Tesoro era stata proposta la caduta del governo Berlusconi per avere un’Italia meglio governata. Una stupidaggine: la crisi di governo peggiora e non migliora le aspettative per i mercati. E poi: una crisi di governo agita da potenze straniere?
Il debito pubblico è aumentato dai 1.850 miliardi di fine 2010 a 2.100 miliardi tre anni dopo, e questo per il solo effetto della crisi indotta dalla Ue a danno dell’Italia. Che ha avuto anche l’altro effetto, per tutti gli aspetti deleterio, di bloccare l’economia. La spesa pubblica infatti è diminuita, col blocco delle retribuzioni e del turnover, dei pagamenti ai fornitori, degli investimenti, e con la riduzione della spesa sanitaria e sociale. Ma il debito è aumentato del 12 per cento.
Il complotto c’è, oppure non c’è, e magari fu di Berlusconi, i mestatori si agitano perché coi complotti non si può sapere. Ma qui s’imbrogliano le carte per non ammettere l’evidenza – già raccontata peraltro con tutti i particolari - pubblici! - in “Gentile Germania”. E cioè: 1) l’attacco all’Italia era annunciato, Soros e altri ne scrissero in anticipo; 2) la Germania ne fu parte attiva. Questo lo stesso Geithner dice, indirettamente, parlando dei suoi rapporti con Draghi nell’estate del 2012: “Quel luglio, io e lui avemmo molte conversazioni. Gli dissi che non esisteva un piano capace di funzionare, che potesse ricevere il supporto della Bundesbank”.
Il “Financial Times” vuole Angela Merkel in lacrime al G 20 di Cannes il 3 novembre 2011 (“l’autunno” di Geithner), dopo aver giurato che lei non ci può fare nulla che la Bundesbank non voglia. Come se la Bundesbank non dipendesse da lei. Il suo presidente è nominato dal governo. Il presidente Weidmann è un giovanotto senza titoli e una sola credenziale, aver lavorato nella segretaria di Angela Merkel.
Recensendo Geithner, nello stesso giorno che la serie FT “Come l’euro fu salvato” dedicava a Cannes e alle lacrime, il giornale della City evita di menzionarne il pezzo forte, il complotto dei funzionari” - per un americano i commissari e presidenti di Bruxelles, nessuno eletto e tutti nominati, sono di diritto e di fatto funzionari. Nemmeno come curiosità. Del resto il “Financial Times” ha scelto da una dozzina d’anni di militare per un “asse” Berlino-Londra.
Di scorta il ruolo di Sarkozy, un cretino politico, e della sua ex ministra Lagarde, messa a capo del Fmi in sostituzione dell’intemperante Strauss Kahn. E in questo senso forse non ci fu complotto: forse non ci fu coordinamento politico. Ma era la vigilia della conferenza stampa di Stanlio e Olio, Sarkozy e Merkel, con risatine e lazzi sull’Italia. E, forse, Geithner non dice l’essenziale: che fu Lagarde a portagli il complotto.

Nessun commento: