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mercoledì 25 novembre 2015

Armiamoci e partite

I caratteri essenziali del rapporto Nato-Ue restano quelli definiti da Helmut Schmidt alla vigilia del vertice di Washington, in un quadro generale di indeterminatezza: “L’Occidente, nel complesso, è privo di una strategia globale”.
Il vertice si era tenuto dal 23 al 25 aprile 1999 in celebrazione del cinquantenario dell’Alleanza. Aveva in agenda il varo dell’Esdi (una European Defense and Security Identity all’interno della Nato) e del “Nuovo concetto strategico” per l’Alleanza. Si è limitato a dichiarazioni generiche per entrambi i titoli, e alla conferma al dipartimento di Stato e al Pentagono del ruolo di leader incondizionati della guerra in Serbia, a giudizio dell’ex cancelliere tedesco: “La «nuova Nato» che gli americani vogliono tenere a battesimo deve fare in modo - così almeno spera qualcuno, dal ministro degli Esteri Albright all’ex consigliere per la sicurezza Brzezinski - che gli europei, anche nel nuovo secolo, si facciano guidare da Washington”. Questo non è possibile, continuava, perché “l’arroganza di Washington” non è una politica, e perché “gli americani non possono offrire una strategia globale a lungo termine”, non per la Russia, non per la Cina, l’India, l’islam, per l’economia, per l’ecologia.
Lo stesso vertice di Washington ha ribadito l’esigenza di un disegno globale, ricordava Schmidt, denunciando “l’emergere di nuovi rischi per la pace e la stabilità Euro-atlantiche, tra essi l’oppressione, il conflitto etnico, la crisi economica, il collasso dell’ordine politico, e la proliferazione di ordigni di distruzione di massa”. Ma, insieme con questi “nuovi rischi”, che allargano la conflittualità a ogni evento, ha lasciato indeterminati anche i principi e gli strumenti difensivi.
Schmidt, l’ex cancelliere che è stato il più filoamericano fra tutti i leader Spd, divenuto  commentatore politico, prevedeva che comunque i conflitti sarebbero ricaduti sugli alleati, essendo strategia ormai irreversibile degli Stati Uniti d’impegnarsi a fondo per la difesa solo nei casi eccezionali in cui la sicurezza degli stessi Stati Uniti sia in gioco, negli altri limitandosi “a impiegare la loro alta tecnologia militare e di telecomunicazioni, stando a distanza di sicurezza”, e appoggiandosi “alle truppe dei loro alleati”.

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