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mercoledì 25 novembre 2015

Quattro fatti e un’ipotesi sulla guerra

Non bastano due aerei russi abbattuti, ce ne vorranno altri? Si fa gran parlare di un’offensiva contro l’Is - “distruggeremo il terrore”,  “abbatteremo il terrore” -  ma la sola cosa che occupa i governi europei e quello americano, candidati presidenziali compresi, è combattere la Russia. L’aereo russo abbattuto sul Sinai, non si sa ancora da chi (si sa come ma non da chi) non ha portato Putin ad abbandonare la Siria. Ora c’è l’aereo militare da trasporto, con elicottero di soccorso, abbattuti dalla Turchia. Putin non ha fatto marcia indietro, non ancora, e allora?
Allineando i fatti, si capisce che non c’è una soluzione. Che l’Occidente non ha una soluzione: non la propone e non la studia neanche. Il dramma di Parigi è ancora fresco, ma Hollande è andato da Obama e ha invitato Merkel a vuoto: nessun impegno.
I fatti. È un fatto che la Russia si è intromessa in una questione, la Siria, che l’Occidente da tre-quattro anni svolge e riavvolge senza capo né coda. Una delle forze in campo, l’Is, ha fatto e fa molti danni, da ultimo a Parigi, ma niente si risolve: un altro fatto, non positivo. L’intervento russo è invece efficace contro l’Is. La Turchia ha attaccato la Russia senza nessuna giustificazione.  L’aereo russo è caduto “abbondantemente” in territorio siriano. L’eventuale violazione dello spazio aereo turco è durata non più di secondi. Anche questo è un fatto. Putin ha detto: “La perdita che abbiamo avuto oggi è venuta da una pugnalata alle spalle inferta da complici dei terroristi”, e nessuno ha replicato, non in Europa né a Washington. Dove i candidati presidenziali, Hillary Clinton incluso, si fanno paladini, di un conflitto che non conoscono e di cui agli elettori alle primarie non interessa nulla, della no fly zone sulla Siria proposta dalla Turchia. Che riguarda gli aerei russi e siriani, l’Is non ha aerei. Anche questo è un fatto.
È il denaro saudita e degli Emirati in campagna? Questa è un’ipotesi. 

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