Cerca nel blog

mercoledì 28 settembre 2016

Ombre - 335

Riccardo Perissich conferma, sulla fede di Tommaso Padoa Schioppa, primo collaboratore nel 1992 di Ciampi, che la svalutazione della lira fu decisa dalla Banca d’Italia solo su pressione della Bundesbank. Che Ciampi era deciso a resistere quel giorno di più che avrebbe sventato l’attacco speculativo. Perissich conferma Amato una settimana fa. Ma confinato alle lettere al direttore – il fato più importante della storia recente dell’Italia, che ne condiziona tuttora l’economia.

Periodicamente, non solo sui suoi “Repubblica” e “l’Espresso”, anche il “Corriere della sera” e altri giornali blasonati interrogano Carlo De Benedetti sulla terza guerra mondiale, la fine dell’Europa, la fine dell’economia, e la fine del governo in carica. Ma non dicono mai per quali motivi, titoli, esperienze, si appellano a De Benedetti: cosa ha fatto di buono?

Di Pietro dovrà dare 2,7 milioni indietro a Occhetto, Chiesa e Veltri, gli allora Riformisti per l’Ulivo che alle Europee del 1004 si consociarono con la sua Italia dei Valori. Di Pietro dice di no, che non glieli darà, ma non è questo il problema. È che un raggruppamento che ebbe il 2,14 per cento del voto incassò 5 milioni di contributi pubblici. La politica come un investimento, sui soldi degli altri.

Era quella la formazione dei famosi Girotondi, che si organizzavano per l’Italia all’insegna della probità e del rinnovamento.
Dei Riformisti dipietristi faceva parte Sylos Labini, che pure era un economista intelligente e una persona onesta.

I conti del partito di Di Pietro, Italia dei Valori, erano gestiti da una srl, si scopre al processo per le indennità. Di cui erano titolari Di Pietro, sua moglie, e la sua segretaria.
Ma le numerose proprietà immobiliari acquistate da Di Pietro e sua moglie non sono collegabili a questa società, i tribunali hanno detto di no.

Il processo per i fondi pubblici alle Europee del 2004 è il primo in cui Di Pietro è perdente, su trecento a passa che lo hanno visto protagonista. È il primo processo che si è concluso dopo il suo forzato ritiro dalla politica.

Ilary Blasi ha aspettato che la Roma andasse male, e il compleanno del marito, beniamino universale, i quaranta, anniversario importante,  per buttarla in vacca. La festa è stata rovinata, le polemiche hanno dominato invece del divertimento . Ma, certo, non l’ha fatto apposta: le prove non si troverebbero.

Con analoga sensibilità, Ilary non invita alla festa di compleanno i Sensi. Che si sono svenati per fare grande la Roma di Totti. Senza ambizioni politiche, la loro Roma non era un predellino.

Sorrentino spara a zero, non richiesto, contro “Fuocammare” candidato all’Oscar. Che vincerà, ha più titoli di “Julieta” o “Elle”. Sorrentino che imita il suo “Tony Pagoda” è uno spettacolo – Tony Pagoda non teme la risata, non teme la lacrima, non teme la sprezzatura, o lo sfottò”, dice la pubblicità. Ma non sarà che Dio perde coloro che ama?

“Noi non vendiamo gadget, pubblichiamo giornali” è il primo messaggio del nuovo padrone del “Corriere della sera”, Cairo. Fantastico, detto del primo e più autorevole giornale. Ce n’era bisogno, evidentemente.

Cento copertine dell’ “Espresso” contro Berlusconi. Cento. Si capisce che sia finito a zoccolo di “Repubblica” la domenica, molle.
Poi dice la crisi della lettura.

Si celebrano Berlusconi, 80 anni, con Scalfari, 90. Che la Repubblica hanno ridotto col loro finto duello in briciole. Venticinque anni di duelli, a spese dell’Italia e degli italiani. Per una copia o un decimale di audience in più. Vecchi non saggi, veri filibustieri.

“L’Espresso” fa un supplemento domenica per chiedere l’immediata liberalizzazione della marijuana. Lo stesso giorno in ci il settimanale si vende a panino con “la Repubblica”, che invece ospita un saggio-dossier di Don Winslow contro: “Voglio dirlo chiaro e tondo: l’eroina è diventata un’epidemia a causa della legalizzazione della marijuana”. A chi credere? Ma la superficialità è sempre monolitica.

“Accoglieremo centinaia di profughi dalla Grecia e dall’Italia”, annuncia Angela Merkel. Titoli ammirati. Non doveva accoglierli da un paio d’anni? Ne accoglierà centinaia.  Mentre solo in Italia ne arrivano migliaia, ogni giorno. Li accoglierà “una volta che in Italia abbiano ottenuto il permesso di soggiorno”. Ancora più ammirati?

Renzi omaggia Volkswagen. Che ha meritato, avendo “salvato” e rilanciato Lamborghini e Ducati. Nel mentre che rende sberle da Angela Merkel – le sue arrabbiature, di Renzi, contro la Germania sono (deboli) forme di difese dall’aggressività merkeliana. Un po’ di misericordia per lui no?

La Rai innova. Una trasmissione intitola Politics. Un’altra Sunday Tabloid. Un’altra Calcio champagne. Non vuole farsi vedere?

La Rai nuova di Renzi si vota il tetto massimo dei 240 mila euro di stipendio. Anche per la presidente, che non fa nulla - non ha nulla da fare. E per i consiglieri, che ci fanno per il caffè. In più se ne aggiunge 50 mila di bonus. Fa finta di non essere di Stato. E nessuno glielo contesta, nessun giudice contabile, nessun giudice penale.

Una parlamentare , in cerca di casa in affitto a Londra per il figlio che ci vuole studiare, si sente chiedere dall’agenzia, oltre gli anticipi salati, la garanzia del “datore d lavoro”. Cioè dell’ufficio di presidenza della Camera? La parlamentare protesta ma è ammirata: a Londra non si deroga. Se gliel’avessero chiesta in Italia una simile garanzia, a lei come a chiunque altro? Se in Italia si chiedessero garanzie contro chi entra in casa e poi non paga l’affitto, tanto il giudice deciderà fra quattro anni? Illegale, illegale.

La parlamentare di cui sopra paga senza battere ciglio 31 mila sterline anticipate di affitto di un appartamento per il figlio a Londra che studia all’università. Solo di affitto.

De Luca, il presidente della Campana, prende in giro i giovani grillini. Falsi come Giuda, che si sorridono e si pugnalano, incapaci di fare la o col bicchiere, Di Maio rende la paghetta, etc.
Ira di Grillo: De Luca va fermato, De Luca va cacciato, etc. Ma Grillo non è un comico?

Nessun commento: