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venerdì 30 settembre 2016

Lavoro forzato per l’integrazione

La cancelliera Angela Merkel fa dietro-front. Aveva detto “possiamo farcela” un anno fa di fronte all’immigrazione di massa dal Medio Oriente. Ora dice la formula superata, anzi “una formula vuota”. E prepara una legge per l’Integrazione.
Sarà una legge restrittiva. Per riprendere il voto moderato, che alle ultime elezioni locali è andato ai partiti della protesta. Ma con alcuni punti che si preannunciano più restrittivi rispetto alle richieste degli anti-immigrati. Gli immigrati avranno il permesso di soggiorno se seguono corsi di lingua. Il soggiorno sarà concesso a discrezione del governo. L’immigrato dovrà lavorare, a una paga oraria minima di ottanta centesimi l’ora, un decimo del salario minimo – una sorta di lavoro forzato.
Oltre che lo spostamento dell’elettorato su formazioni anti-immigrati, Angela Merkel teme la formazione di una “quinta colonna” turca all’interno. I turchi sono la comunità immigrata più numerosa, circa 3,5 milioni, di cui 1,6 con cittadinanza turca. È rimasta sfavorevolmente impressionata dalla gestione degli accordi con Bruxelles sull’immigrazione da lei voluti da parte del presidente turco Erdogan. E dalle continue manifestazioni di piazza in Germania dei turchi pro-Erdogan e dei curdi turchi anti-Erdogan.  

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