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martedì 27 settembre 2016

La vertigine del sette

“Dal Boeing 777 alle 7 meraviglie, dai 7 peccati capitali allo 007” è il sottotitolo. Ma i 707 sette catalogati non bastano, l’elenco sarebbe interminabile – infinito? C’è la “nemesi del 7” di Samsung vs. Apple? Non ci può essere. Ci sono i sette gol che la Roma becca fisso in Champions League? No. Ma ci sono geografie, anche remote, del numero. E immagini colorate della sua ubiquità. In tutti i campi dell’umano. Meri Franco Lao si è divertita, sempre sbarazzina, e diverte. Senza fugare, non lo vuole ma non lo potrebbe, l’inquietudine: avendo affrontato la questione, in breve ma con molti altri sette, nel romanzo “In virtù della follia”, non si può che covenire.
È un numero di tenebre, più che di gioia. Anche dove non sembra, come in san Giovanni e l’“Apocalisse”, o già nella Bibbia, dove appare come accrescitivo, o superlativo. Filone d’Alessandria, dotto ebreo grecizzato, conciliatore di fede e filosofia, l’aveva esorcizzato, forse prima di Giovanni: la potenza del numero, scrisse diffusamente, si esplica ovunque, in aritmetica, geometria, biologia, astronomia, cosmologia, musica, moto, cicli della luna, e dunque ha “valore divino”. Ma il papa Sisto V Peretti a fine Cinquecento dovette giustificarlo, con apposita bolla: le sette Chiese dell’apostolo Giovanni si stabilirono in Roma, “con grande arcano del numero stesso”, per farsi una. Senza più arcano?
“Tutto fa sette”, concludeva Margaret Millar, “anche se la gente non lo sa”. La grande giallista riecheggiava Elémire Zola, che così presentava “Il signore degli anelli”: “Al tre, numero dello spirito e della germinazione di ogni forma, si aggiunga il quattro, numero della materia, e si avrà la completezza, il sette, proprio dei nani costruttori”. Oppure sant’Agostino, il quale ha visto il numero sette, “simbolo ordinario di universalità”, anche nel dodici, il numero dei patriarchi e degli apostoli, come prodotto di tre per quattro, o di qatro per tre, e nei dieci comndamenti, che sono tre più sette – ma ammoniva: “Ci sarebbe molto da dire sulla perfezione del numero sette. Ma questo libro (“La città di Dio”) è già abbastanza prolisso, e potrebbe sembrare che voglia prendere l’occasione per esibire finezze culturali a scopi di nessun interesse invece che a vantaggio delle lettere”.
Meri Lao, Dizionario maniacale del sette, Digiset, pp. 360, ill., € 23

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