Cerca nel blog

mercoledì 1 febbraio 2017

Il re è nudo, o dire le cose come stanno

L’impresentabile Trump raccoglie in America consensi, più che dissensi, come è possibile? Forse perché dice le cose come stanno – è il semplice di Andersen che dice che il re nudo è nudo.  Qualche assaggio.
Trump, non ancora presidente, alla “Bild Zeitung”, il protovangelo tedesco: la Ue è “un veicolo della Germania”. Obiezioni?
Peter Navarro, l’economista presidente del National Trade Council, ora al “Financial Times”, protovangelo europeo: la Germania vuole l’euro “esageratamente sottovalutato”, per “sfruttare” gli Usa e i partner europei. Obiezioni? Il surplus commerciale tedesco è quasi uguale a tutte le esportanioni italiane.
Lo stesso: l’euro è “un marco tedesco implicito”, meno forte di quello storico, quanto basta alla Germania. Obiezioni? Chi è il protezionista-mercantilista?
Esattamente Navarro dice: “Un grande ostacolo a vedere il TTIP (il trattato commerciale inter-atlantico) come un accordo bilaterale è la Germania, che continua a sfruttare gli altri paesi nella Ue così come gli Usa con un «Deutsche Mark implicito» che è esageratamente sottovalutato. Lo sbilancio strutturale tedesco nel commercio col resto della Ue e con gli Usa sottolinea l’eterogeneità economica all’interno della Ue – ergo, questo è un accordo multilaterale in vesti bilaterali”. Obiezioni?
Sally Quillian Yates, la ministra pro tempore della Giustizia che si è opposta al blocco trumpiano degli immigrati e si vorrebbe proporre a icona della resistenza, è una giudice figlia di giudice. Questo non va bene negli Usa, è contro l’etica, la carriera all’università, all’ospedale pubblico e in tribunale trasmessa da padre in figlio.  
Veniamo dal crollo delle ideologie – su questa traccia muove il filosofo Ferraris, “L’imbecillità è una cosa seria” - e di apertura tecnologica delle conoscenze a tutti, un “nesso tra cultura ed esempio individuale”, e questa è una buona cosa. “La cattiva è che il fariseismo, la dissidenza immaginaria rispetto a quello che non va e la dissidenza  tra il dire e il fare, non scompare certo con un cambio di generazione”.

Nessun commento: