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lunedì 30 gennaio 2017

Le regioni del No

Sei milioni di No in più dei Sì: il dato totale dice che il referendum non è stato un No a Renzi, c’è dell’altro.
Il No è stato giovanile: l’82 per cento dei giovani, 18-24 anni. Questo può essere un voto anti-Renzi, o comunque determinato dallo stallo dell’Italia dopo il crac bancario, difficile pensarlo un voto sulla riforma.
Legando al territorio il voto si vede che:
1) Sul No è netta l’impronta del Sud, dove città e campagna hanno votato unanimi contro la riforma.
2) Tutto il Piemonte, tutta la Lombardia e metà del Veneto (quattro province su sette) hanno dato al Si più voti di quanti ne hanno dati nel 2013 al Pd e ai centristi poi al governo con Renzi: ha votato Si anche una parte del centro-destra.
3) In tutto il Centro-Nord il Sì ottiene più voti nei capoluoghi che nel resto della regione. Questo non avviene nei capoluoghi del Sud.
4) Nel Nord-Ovest la differenza tra capoluoghi e regione è di 4,3 punti a favore del Si . Nel totale nazionale di 2,3. A Milano il Si ha ottenuto 7,5 punti in più che nel resto della Lombardia – uno dei tre capoluoghi di regione, con Bologna e Firenze, in cui ha vinto il Sì.
5) A Milano il Si ha raccolto il 50 per cento di voti in più rispetto a quelli del sindaco Sala alle Comunali di poco prima, l’80 per cento in più nel centro storico – ha convogliato praticamente l’elettorato di Parisi.
6) Il Sì ha vinto solo in 12 province su 106 – a cavaliere dell’Appennino tosco-emliano.
7) Anche l’astensionismo, al Nord, è più alto nei capoluoghi che nello hinterland: di 2,3 punti in più nel Nord-Ovest, di 3,1 nel Nord-Est.
8) L’opposto si è registrato al Sud: l’astensione è stata nelle campagne più elevata che nelle città.
9) Al Sud si sono astenuti presumibilmente i lavoratori e gli operatori legati all’agricoltura, al Nord  certamente gli operai o salariati in genere.

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