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mercoledì 1 febbraio 2017

La terra promessa dell’islam

C’è l’immigrazione povera dai paesi islamizzati e malgovernati, dalla Nigeria alla Somalia e al Sudan. Per non dire dell’Iraq e della Siria, che l’Occidente ha messo in guerra perpetua. C’è l’immigrazione di classe, delle buone (ex) borghesie dell’Iran, in specie, della Turchia, del Nord Africa. E c’è quella intellettuale, la più sorprendente. Gli Stati Uniti sono la terra promessa dell’islam.
Le università americane sono care, costano almeno 50 mila dollari l’anno, ma sono le preferite all’estero dei paesi più islamizzati. L’Iran khomeinista, che da quasi mezzo secolo fa professione di americanismo ha ogni anno 16 mila visti per studio.
Le università europee costerebbero molto meno con la stesso livello di studi, ma America first è la frontiera dell’islam. La Libia ha da molti anni duemila visti l’anno negli Usa per studio. Ce li aveva anche la Libia di Gheddafi, che a lungo fu ostracizzata per terrorismo: le relazioni diplomatiche erano interrotte, ma nella vecchia ambasciata Usa a Tripoli un portoncino blindato con grata serviva a presentare le domande e ritirare i visti, serviti da nerboruti funzionari americani.
Dello stesso ordine, duemila visti l’anno per studio, sarebbero ora gli ingressi di paesi come lo Yemen e il Sudan. Che si riterrebbero non in grado di affrontare gli studi negli Usa. Quindi con finanziamenti evidentemente pubblici, locali e americani.  

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