Cerca nel blog

martedì 18 luglio 2017

Come si rideva amaro nella Belle Époque

Un segno apparentemente svagato che cattura un mondo, più mondi: Yvette Guilbert, Polaire o “Chocolat”, il mondo dello spettacolo, come il “Salon de la rue des Moulins”, quelo della prostituzione. Uno humour a volte crudele ma non cattivo. Su un demi-monde che pure faceva la storia, per un Fine Secolo che si direbbe putrido e invece resta affascinante, la Belle Époque: da Liane de Lancy, di professione cocotte (escort), estendendosi a Misia, poi Misia Sert, e quindi a Diaghilev, Cocteau, Chanel, e probabilmente Proust. Un’ultima gloriosa bohème´che vide amici, nella marginalità, Toulouse-Lautrec con Van Gogh, i visionari.  
È il catalogo della mostra da poco chiusa, che il museo della Satira a Forte dei Marmi ha riproposto nel Fortino ristrutturato, eletto a sua sede permanente, sulla traccia della prima fortunata mostra a Villa Bertelli un anno prima. L’opera di Toulouse-Lautrec resta focalizzata sui quattro anni della sua collaborazione al settimanale satirico “Le Rire”, dal 1894, all’uscita, al 1897. Arricchita con disegni di altri artisti dell’epoca collaboratori della rivista, Vallotton, Caran D’Ache et al. Con succulente schede sui personaggi schizzati da Toulouse-Lautrec, redatte dai curatori della mostra, Cinzia Bibolotti e Franco A. Calotti.
Toulouse-Lautrec e “Le Rire”, Museo dela Satira e della Caricatura, pp. 70, ill. € 5

Nessun commento: