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giovedì 20 luglio 2017

La Germania raddoppia il debito ma dimezza gli interessi

Dal 2008 a tutto il 2016 la Germania ha risparmiato 240 miliardi di euro di interessi sul debito pubblico, secondo un calcolo aggiornato della Bundesbank. Risparmiato rispetto ai tassi pre-crisi del 2007. Nel solo 2016 avrebnbe dovuto spendere 47 miliardi in più per gli interessi sul debito se i  tassi fossero rimasti al livelo pre-crisi finanziaria.
Poiché la crisi ha aggravato e non alleviato i tassi, e l’Italia lo sa, com’è possibile che la Germania abbia risparmiato? E così tanto? Per il ruolo equilibratore – comparativo – del rating, misurato dallo spread – dal differenziale su un benchmark, un titolo di riferimento, che è diventato appunto il Bund tedesco. Un meccanismo che ha finito per fare del debito tedecso una sorta di bene-rifugio, anche a tassi negativi, come i preziosi o il mattone. Aggravando – effetto comparativo – la posizione di economie similari, Tra esse in primo luogo l’Italia.
Un ribaltamento del senso comune reso possibile da juna strategia finanziaria internazionale in un primo tempo di attacco all’euro (quante posizioni erano state costruite sul meltdown  della moneta europea), e poi di massimizzazione della rendita, al coperto delle agenzie di rating, a spese delle economie che non si sono sapute difendere. Strategia che la politica monetaria di Angela Merkel ha accentuato, su impianto decisamente mercantilistico – “mi avvantaggio delle difficoltà altrui”, invece di stabilire una difesa comune.  

La Germania ha dovuto aumentare drammaticamente il debito nella crisi, specie nela prima fase, dal 60 al quasi 90 per cento del pil, per salvare le banche – dal 60 al 120 per cento se consolidasse anch’essa la Cassa Depositi e Prestiti, Kfw, che invece gode del privilegio di non contabilizzare. Ma paga meno di prima.

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