Cerca nel blog

sabato 22 luglio 2017

Dio sorpreso dalla creazione

“Una storia senza Dio! Ma come è possibile?” Non è possibile: “Se qualcuno mi avesse chiesto di raccontargli una storia senza Dio, credo che avrei potuto cercarla tutta la vita, inutilmente…”.  E allora provvede: una teologia Rilke svolge attraverso il racconto, la ricostituzione della cosa. Una serie di paradossi non male su Dio, di quella che sarà la teologia negativa – in singolare  consonanza col tardo Martini, il cardinale di Milano, delle note postume che ora si pubblicano, del Dio che sogna, e si muove impacciato, sprovveduto, goffo.
Una sorta di rivelazione, visionaria e veloce. Storie che il giovane Rilke chiama fiabe. Ma più in forma di allucinazioni. Di sensi e aspetti profondi della storia. Di un genere indefinito e indefinibile.Unite da una poesia del misticismo, che ogni r ealtà-apparenza ribalta. Compresa la divinità di Dio – la divinità. Di moralità anche lievi. Facete a volte, umoristiche. L’artista è “autentico”. L’associazione “fiorisce”, meglio se della Natura. La mano sinistra di Dio è anch’essa ribelle. E la morte? “I più vanno a cercarsela qua e là, e se la portano a casa sulle spalle, senza saperlo. Perché la morte è pigra”. Ma è anche vero che “andare incontro alla morte” ad alcuni non è possibile, ai paralitici: “Molti uomini la trovano, così, lungo la strada. Ha come riguardo, la morte, di entrare nelle loro caese; e li chiama fuori, lontano, in guerra, in cima a un’alta torre, su di un ponte che oscilla, in una foresta, o nella pazzia”.  
Storie di Russia, anzitutto. Ricavate, dice, dalle byline o gli szazki, racconti epici e racconti fantastici della tradizione di quel paese. Di “quegli uomini strani”, tutti presi di Dio, che il giovane Autore ha appena conosciuto nel viaggio dei viaggi con Lou Salome, amante, madre, e prosseneta, di mondi religiosi magici. Un paese di favola e di misticismo. Kiev, “il centro a lungo della vita religiosa e spirituale russa”, è “il luogo in cui la Russia si era raccontata al mondo, per la prima volta, con le sue quattrocento cupole” – è la Kiev che oggi vogliamo in guerra con la Russia. Un grande paese dove “hanno l’abitudine di far decapitare i sapienti che non sanno dare le risposte”. E storie italiane, di Venezia e Firenze, di cui il giovane autore conosce pieghe recondite e interstizi.
Non per bambini, come il narratore pretende. Per adulti? Con immagini fulminanti. Il becchino che si scusa: “La maggior parte degli uomini non fa lo stesso? Seppelliscono Dio lassù, come io  seppellisco gli uomini qui”. Una storia veneziana è del ghetto che, chiuso, deve crescere su se stesso, piano dopo piano, sempre più in alto, fino a Dio. Una fiorentina è di Michelangelo che sgomenta Dio - sempre sorpreso dalla sua creazione - ravvivando anche le pietre.
La prima e la migliore delle opere giovanili. Nato il 14 dicembre 1876, Rilke pubblica le “Storie” a Natale del 1900.
Rainer Maria Rilke, Storie del buon Dio, Paoline, pp. 160 € 11

Nessun commento: