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mercoledì 28 febbraio 2018

Letture - 334

letterautore

Antifascismo – Malaparte, confinato a Lipari, passò presto, per “interessamento di una misteriosa signora” (Edda Ciano, la figlia di Mussolini) libero di fatto, e provvisto per gli spostamenti di un’Alfa ministeriale, con autista. Animava la corte di Edda col marito Costanzo Ciano nella lunga vacanza in Versilia – di cui Ciano erano i signori.

Corrado Alvaro procurò a Malaparte e Maccari fascistissimi una patente di antifascismo. Fu nel 1931: Malaparte direttore e Maccari redattore capo della “Stampa”, fecero avere il premio letterario  del giornale a Corrado Alvaro, che era inviso a Mussolini. Per questo furono licenziati dal senatore Agnelli, i padrone del giornale. O così si disse. Un’altra corrente di pensiero vuole che Maccari fu licenziato per avere illustrato un ricevimento a corte con una  lista vecchia di presenti – tra essi un principe che era intanto morto. E Maccari era alla “Stampa” per volere di Malaparte. Il quale da parte sua fece intendere di avere avuto una tresca con la nuora del senatore – la madre dell’Avvocato e le sue sorelle.

Friedrich Hebbel – Il primo tragediografo della borghesia è “il genio della brughiera e della inesauribile ananke protestante”, J. Roth, “Al bistrot dopo mezzanotte”, 266.

Gallenga – Maria Monaci Gallenga compare nella Parigi di J.Roth, “Al bistrot dopo mezzanotte”, 38: “Nella mostra dell’artigianato”, 1925, “gli Italiani hanno un padiglione con le stoffe, dipinte in oro e argento,  della signora Gallenga. Mantelli e abiti sontuosi dagli ornamento rinascimentali. Qui si danno convegno le signore americane.  Per ore palpano le stoffe e le provano tutte.. Le più giovani, con il nasino corto e belle gambe affusolate, si drappeggiano voluttuose in questi mantelli alla Borgia, e sembrano ragazze del varietà. Anche le attempate e formose matrone, con grandi occhiali di corno, non sanno resistere alla tentazione e si avvolgono pure loro in un rinascimentale abito da sera di velluto rosso o viola”.
Stilista, la prima italiana a Parigi, la signora Gallenga fu anche la prima a produrre alta moda per molti – poi alta moda pronta, che farà la fortuna dei couturier italiani a partire dai tardi anni 1970, negli Usa, in Giappone e in Germania.
                              
Gesù – Era brutto? Lo sostiene Origene nel “Contra Celsun”. Cioè il Celso da contraddire lo aveva sostenuto, e Origine su questo punto gli dà ragione. Come l’avranno saputo?

Museo – Nuove prospettive di gestione apriva giù J. Roth tra le due guerre, in una corrispondenza dalla Francia - “Lione”, poi nella raccolta  “Nella Francia meridionale”: “La nuova vita non fiorisce dalle rovine. Sono le rovine a fiorire nella nuova vita. In un museo non sarebbero altro che reperti”.

Pollicino – La sua storia “è semplicemente la storia dell’uomo” – G.K.Chesterston, “Eretiche”: “Il gigante ucciso da Pollicino si considerava come il superuomo. Verosimilmente, riteneva Pollicino un essere piccolo e limitato che tentava di arrestare la marcia in avanti della vita”. Ma sbagliava: “Il piccolo Pollicino era il campione delle regole permanenti dell’umanità, del principio: un uomo una testa; un uomo una coscienza; del principio: una sola testa un solo cuore. Era totalmente indifferente alla questione di sapere se il gigante era un gigante particolarmente gigantesco. Tutto quello che desiderava sapere era se il gigante era un buon gigante, cioè se poteva servire a qualcosa”.

Roma – Lo statista, diplomatico, filologo e filosofo tedesco Wilhelm von Humboldt, fratello maggiore del naturalista ed esploratore Alexander, modellatore del liceo tedesco, col ginnasio, scrisse alcune centinaia di sonetti. Tra essi alcuni dedicati a Roma, dove fu ambasciatore dal 1803 al 1808: “Alla ragazza romana”, “all’uomo romano”, al ricordo del figlioletto Wilhelm, ai “Domatori di cavalli” nel piazzale del Quirinale, che il bambino ammirava, morto di malaria l’estate dello stesso 1803 ad Ariccia dov’era in villeggiatura. Sono tutti componimenti nostalgici, per dire che non avrebbe pensato di separarsene mai più, e che i presto i destini si ricongiungeranno, con la città “di grandezza divina”. Ne “I domatori di cavalli” immagina il bambino, col quale doveva avere attraversato il piazzale namno nella mano, che lo aspetta: “Solo un sentiero porta all’Olimpo stellato,\ e lungo il baratro profondo arriva all’ombra della notte.\ Può apparire terribile a chi lo percorre con passo solitario\ me, ahimé, attende gentile la mano soccorrevole del figlio”. 

Salgari – Fu caratteristicamente eroe e martire del fascismo – caratteristicamente perché dileggiato e osannato sempre in eccesso, non c’erano parole abbastanza buone né abbastanza cattive, il fascismo si vuole netto e tagliente. “Il Selvaggio” di Maccari, la rivista di Strapaese, fa grande caso nel n. 2 del 1928 di un Paolieri che sulla “Nazione” ha “messo a posto” Salgari: “Non solo scriveva con la sciatteria degli scrittori a poche lire la dispensa, ma non poteva essere un vero e proprio educatore, come ad esempio l’impareggiabile Giulio Verne, a causa della sua completa mancanza di cognizioni scientifiche, oltre che di sintassi e di lingua. Il Salgari non era che un abile rimpolpettatore del Mayne-Reid,  dell’Aymard, del Boussenard e, soprattutto, dell’Assollant”. Un ottimo pedigree, ma la razza migliorava con Salgari.

Sherlock Holmes – È ben establishment. Per indirizzo, vizi, parentele, clientela, palmarès dei casi risolti. Ha casi anche rognosi e “duri”, da duro noir  americano, ma non lavora per fame, né per pagarsi l’alcolismo, vizio da poveri, e anzi non si fa pagare, un vero aristocratico.

Tedeschi - “I tedeschi nuovi, borussificati” (da Bismarck) sono di Joseph Roth, “Al bistrot dopo mezzanotte”, 276.

letterautore@antiit.eu

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