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martedì 27 febbraio 2018

L'amore che non si dice

Pene dell’amore che non dice il suo nome. Il titolo deriva da “chiamami col suo nome”, l’intercalare-chiave di “Beloved”, amatissima, il romanzo di Toni Morrison sulla privazione d’identità dei neri in America.
La storia di una lunga lenta seduzione. Con inversione dei ruoli – dei desideri – tra sedotto e seduttore. Il  desiderio è del ragazzo, diciassettenne. Il sogno della pederastia. Ma come è giusto anche in chiave gay: l’amore giovanile non si vergogna, si dichiara, non conosce ostacoli.
Un film molto candidato ai premi, ma di regia piana, quasi didascalica. Scritto da James Ivory, sentito in un primo tempo per la regia, ne risente la calligrafia. La lentezza anche – la lunghezza.
Il premio è andato proprio a Ivory.
Luca Guadagnino, Chiamami col tuo nome



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