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mercoledì 31 ottobre 2018

Il compagnone Marx

Questo Marx di Carlo Galli è uno di metà Ottocento: bisognava pensarci. L’uomo della politica risolutiva. Hegeliano a metà, fino ai trent’anni. Più che altro, di Hegel si fece vessillo, bandiera, copertura. Di fatto non ha mai studiato, non come uomo di scienza o filosofo. E mai, si può aggiungere, è stato preso sul serio come politico – il leninismo è altra cosa, si potrebbe dire antimarxiano.
Galli dice che fu uno dei numi del ‘68. Ma solo perché era nello slogan. E nella copertina, come Galli ricorda in entrata, del “Sgt. Pepper onely Hearts Club Band” dei Beatles, “di fianco a Oliver Hardy” (Olllio). Nessuno nel ‘68, se c’eri lo sapevi, ha letto alcunché di Marx - eccetto il "Manifesto", e non per intero.
Un grande scrittore, di politica. E un incompiuto teorico. Galli ne vuole celebrare i duecento anni della nascita, uno dei pochi, il bicentenario cade nel silenzio – se si eccettua il film di Raoul Peck, “Il giovane Karl Marx”, non del tutto lusinghiero. Ma non può che riflettere sulle incompiutezze del suo pensiero e della sua attività politica. Le contraddizioni, le tante ambiguità lasciate in sospeso, e sul piano pratico, di organizzatore, più sconfitte che vittorie – mai pratiche, queste, portate a effetto. Una sorta di eterno adolescente, si può aggiungere leggendolo, un allegrone e un compagnone, a leggere gli scritti giornalistici, che tanto gli piacevano, quelli “storici”, polemici, e la corrispondenza.
Carlo Galli, Marx eretico, Il Mulino, pp. 168 € 13

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