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venerdì 2 novembre 2018

Ci sarà Trump dopo Trump

C’è Trump in America, E ci sarà Trump dopo Trump, quando cioè avrà perduto fra quattro giorni, come da sondaggi, la maggioranza parlamentare. Probabilmente lo stesso, fazioso, aggressivo e bottegaio. 
Non è una novità, Trump è stato eletto per quattro anni – piace dirlo fascista ma è stato eletto - e quindi governerà ancora per altri due. Ma la stampa lo scopre ora in Italia, la grande stampa, il “Corriere della sera” dopo “la Repubblica” e “la Stampa” - che pure sono giornali di due ex corrispondenti dall’America.
Sul “Corriere della sera” la filosofa Di Cesare cincischia sulla questione immigrati, anche se non sa bene di che si tratti. È per lo ius soli – chi è nato nel paese è cittadino – che è una buona  cosa. Ma non sa quanti premono per entrare in America – sono il doppio di quanti premono per entrare in Europa, che ha una popolazione una volta e mezzo quella americana. Né sa dire se è giusto che i gruppi americani anti-Trump facciano marciare mille o cinquemila honduregni per cinquemila km., senza nemmeno pagare loro una diaria – cinquemila km. in fanteria sotto la naja sarebbero 250 giorni: 20 km. al giorno sono il massimo regolamentare, in condizioni di estrema necessità. Cazzullo invece, inviato alla campagna elettorale di Trump, scopre che ha un certo appeal – “la folla lo adora  e si identifica con lui come non ha mai fatto con Obama”. Cè lAmerica dietro Trump.
Ci sarà ancora Trump perché ha ancora due anni di mandato. E perché tutte le ciambelle gli stanno riuscendo. Tutti gli accordi di ex-import da lui denunciati perché sfavorevoli agli Usa o con largo ricorso al dumping sono stati o vengono rinegoziati su basi più favorevoli, compresi quelli con la Cina e con la Ue – Obama aveva denunciato molti casi di dumping alla Wto, l’organizzazione mondiale del commercio, senza esito. E con i missili anche Putin potrebbe indursi a trattare, sulla Siria se non sull’Ucraina, dato che con le sanzioni ormai ci convive. L’accordo di Parigi sul clima va rivisto perché deve imporre più vincoli alla Cina, che è il paese che inquina più di tutti – quasi più di tutti gli altri messi assieme. L’economia va al meglio, con piena occupazione vera, retribuita cioè e non come negli anni di Obama, che bisognava fare tre lavori per sopravvivere. L’Iran degli ayatollah, che aveva acquisito un’ottima immagine internazionale grazie all’accordo con Obama, l’ha perduta rapidamente dopo che Trump lo ha cancellato. E col rinnovo delle sanzioni tornerà isolato.
Sarà sempre lo stesso Trump, fazioso, aggressivo e bottegaio? Ma la sindrome, sotto l’anatema, è di lunga e larga portata, con Trump e senza. Trump è, indigesto, quello che Kissinger accorto rileva necessario a ogni governo con responsabilità internazionali: raccordare gli obiettivi e impegni esterni agli umori interni, e viceversa.

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