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giovedì 1 novembre 2018

C’era una volta l’erotismo


L’egittologo, archeologo, storico dell’arte, incisore, grande burocrate di Napoleone, creatore del museo moderno (Louvre), autore di una narrazione di viaggio in Sud Italia che ancora fa etsto, è stato anche scrittore libertino, noto, “Senza domani”, e disegnatore-incisore, ignoto, di oscenità. Il volume ne riproduce le fantasie che lo specialist Hans-Jürgen Dopp ha collezionato – per una casa editrice tedesca specializzata nel recupero della grafica erotica dal Seicento al Novecento. Una piccola parte, dunque, ma estremamente lasciva, della produzione “priapica” del barone.
Un altro mondo, in cui l’erotismo aveva una funzione importante. Anche se sous le manteau, clandestino, animava vite, conversazioni, immaginazioni. Che oggi si è sterilizzata, specie nei libri e i film che lo esibiscono - Rai 1 non passa fiction che non ne faccia subito scena, forse in chiave moralistic, dello squallore.   
La curiosità maggiore è la data di prima stampa di una “Oeuvre priapique” di Vivant Denon: 1793. In pieno Terrore, a Parigi. Che il barone aveva abbandonato i primi mesi della rivoluzione, per mettersi in salvo a Venezia. Era tornato a Parigi nel Terrore per i beni di famiglia dai progetti di alienazione, e non ha esitato a pubblicare per qualche franco le grafiche fantasticate a Venezia, anche se anonime. Nella rivoluzione c’era di tutto.
Vivant Denon, Oeuvre priapique, Editions de l’oeil, pp. 28, ill. € 12

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