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mercoledì 31 ottobre 2018

Appalti, fisco,abusi (131)

Le assicurazioni si avvalgono, per non liquidare i sinistri, della normativa antiriciclaggio – antimafia e antiterrorismo. Che prescrive ogni volta l’esibizione dei famosi “documenda”. A opera della banca presso cui il beneficiario della liquidazione è correntista. Il Modulo per l’ identificazione e l’adeguata verifica, si chiama così, deve essere fresco al massimo di quindici giorni, e siccome l’Ivass ne concede 45 per liquidare, il gioco del posticipo è semplice: basta lasciar passare sedici giorni.

Il Modulo per l’ identificazione e l’adeguata verifica è una prescrizione assurda del decreto antiriciclaggio. Richiede la produzione di cinque fogli per dire che il beneficiario è lui in persona, documento numero tale, rilasciato in data tale e scadenza in data tale - lo stesso documento d’identità che le assicurazioni hanno a parte, in copia ma controfirmato. Cinque fogli di cui uno solo reca le generalità, il resto sono la privacy che nessuno sa cosa sia. O in alternativa la pec. Comunqne, nell’un caso e nell’altro un aggravio per la banca, a nessun utile per nessuno - certo non per la polizia. E per l’utente vittima, che deve recarsi in banca e alla posta, riempire moduli, fare due code, e pagare otto euro di raccomandata: mezza giornata di lavoro sprecata, come minimo.

Per la sesta volta da quando è in carica, da poco più di due anni, la giunta comunale romana Raggi ha dovuto annullare il bando per il servizio di rimozione delle auto in sosta vietata. Sommersa dai ricorsi.  Contro l’ultimo bando i ricorsi soo stati undici, qualche concorrente evidentemente ne ha presentato più d’uno. La gente nuova in amministrazione ha evidentemente rotto gli “affidamenti” che presiedevano agli appalti.

L’Agenzia del Territorio, l’ex catasto, ha a Roma due numeri di telefono: uno è inesistente e uno stabilmente occupato – anche di notte.  

Si protesti o si proponga ricorso presso le associazioni dei consumatori: nessuna è disponibile, per nessun tipo di reclamo o protesta. Tutte “lavorano” con l’incumbent industriale del settore, Enel, Eni. Ferrovie, Tim o Vodafone, una volta Alitalia, etc. . Protestano, quando raramente lo fanno, a un fine.

Wind ha la “soluzione unica per telefonare e navigare”: minuti illimitati verso Wind, 500 minuti al mese verso tutti, 250 minuti verso l’estero, 20 Giga, a 10 euro al mese. Ma l’offerta è “riservata ai clienti con cittadinanza straniera”. Pagano la differenza i clienti con cittadinanza italiana, e perché? I margini sono tali che telefonare ovunque e senza limiti, e navigare 24 ore, costano solo dieci euro, con margini di guadagno?


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