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sabato 8 gennaio 2011

La Bce una bad bank?

Non se ne parla per scongiuro, ma la possibilità che la Banca centrale europea si riduca al ruolo di bad bank, di banca in cui far confluire i titoli di Stato euro di poco valore, si fa strada. Avanzata dapprima in Germania, nel confuso dibattito suscitato attorno al salvataggio dell’Irlanda e del Portogallo, la formula è stata accolta allora con scetticismo, come una battuta polemica. La quota dei titoli acquistati dalla Bce sul totale dei titoli del debito pubblico dell’eurozona è appena dell’1 per cento, è stato detto, mentre per la Federal Reserve Usa è del 7 per cento (e si avvia a diventare, con gli acquisti già programmati, del 12 per cento).
Con gli acquisti di titoli irlandesi e portoghesi, tuttavia, in aggiunta a quelli greci, la Bce arriva oggi a detenere il 13 per cento del debito pubblico dei tre paesi. E se dovesse intervenire a sostegno del debito dell’Italia e della Spagna in analoga percentuale dovrebbe impiegare risorse tre volte maggiori, altri 300-350 miliardi di euro. Trichet s’è cautelato preventivamente a metà dicembre, chiedendo e ottenendo di raddoppiare il capitale della Bce, a 10,6 miliardi.

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