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martedì 11 giugno 2013

Lo scandalo è la spia

Essere stato un agente speciale a 19 anni. Senza studi e senza competenze. Addetto a una cellula di spionaggio della Nsa, o della Cia, all’università del Maryland. Con villa alle Hawaii e un contratto dopo dieci anni di 200 mila dollari. Lavorando da esterno, da consulente. Dopo essere stato diplomatico spia in Svizzera. Per controllare i provider europei.
Uno scandalo sicuramente c’è, nello scandalo delle intercettazioni in America: la figura del denunciante. Non per le colpe sue, ma del sistema. Della Rete si sapeva, che è un sistema interamente americano, sia vera o non la rivelazione che lo spionaggio si serve anche dei maggiori server, Google, YouTube, Facebook, Skype, Yahoo, Aol, PalTalk, Apple, Microsoft. Internet è monopolio Usa in tutti i sensi: logistico, tecnico, legale, commerciale, finanziario, e per ciò stesso di interesse nazionale.
Lo scandalo sarà legale, come dice il presidente Obama. Ma conferma un sistema di spionaggio di tipo sovietico, cioè totalitario, dall’università alla Rete – mancano solo i Morosov, i bambini che controllano i genitori, e i capifabbricato. 

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