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giovedì 13 giugno 2013

La giustizia malata dei giudici

Messineo, dunque, l’uomo di carisma, che scriveva su “Repubblica” e parlava alla Rai, era un mafioso. Non un concorrente esterno, o un associato, proprio uno dentro la mafia. Se ha evitato la cattura di Messina Denaro, ha favorito alcuni mafiosi nei processi, ha congiunti stretti mafiosi, come altro definirlo? Fatto tanto più grave per  essere Messineo Procuratore Capo di Palermo. Il Csm lo dice, e non abbiamo motivo di dubitare. Ma perché non lo arrestano? Come minimo.
 C’è operò anche l’ipotesi avversa: che il Csm abbia agito contro Messineo arbitrariamente. Contro un gentiluomo cui rinfaccia accuse infondate, dalle quali l’aveva già assolto. Per favorire un potere più forte – diciamo Napolitano (pover’uomo, non voleva la rielezione, e aveva ragione…). Che non è probabile, ma si può dire.
Perché tutto si può dire, tutto il peggio? Come mai la giustizia è un troiaio?

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