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lunedì 29 giugno 2015

I tedeschi sanno

Lo spiegano spesso i giornali tedeschi, specie “Der Spiegel”. Se ne rendono conto i tanti tedeschi, specie quelli della terza età che passano in Grecia le vacanze a buon mercato di mezza stagione. Ma, soprattutto, come è sempre il caso in Germania, anche se la Germania ufficiale non apprezza la critica e la resistenza, lo sanno i tedeschi in Parlamento.
Valga per tutti l’ultimo intervento al Bundestag di Sahra Wagenknecht, vice-presidente di Linke, il partito socialista alla sinistra della Spd con una trentina di deputati. Tredici minuti puntuti di cose. In estratto:
“Se volete la democrazia fermate gli accordi di libero scambio, le troike, e la riduzione delle libere elezioni a farsa. Se vuole (indirizzata a Angela Merkel, n.d.r.) un’Europa unita smetta di umiliare gli altri paesi e d’imporre le sue riforme strutturali. In virtù delle quali ci sono oggi in Germania tre milioni di tedeschi che pur lavorando sono alla fame. Non da ultimo è il dumping dei salari tedeschi a soffocare l’Europa. L’Agenda 2010 non è stata solo un esproprio di massa dei lavoratori tedeschi, che ha portato a una retribuzione media inferiore del 3,6 per cento rispetto al 2000, ma ha reso possibile un dumping dei salari in Germania, attraverso il lavoro in leasing, i mini-lavori, ed i limiti illimitati degli orari di lavoro
“Il ministro delle Finanze Schaüble ha tacciato il governo di Atene da ultimo di mancanza di realismo. Sarebbe bello se il governo tedesco avesse finalmente il suo appuntamento con la realtà..Con un’azione irresponsabile si presero i soldi dei contribuenti tedeschi nel 2010 per rimborsare le banche dei debiti greci. Se ora desidera indietro i nostri soldi vada a chiederli a chi li ha intascati.
“Sulle riparazioni” (di guerra, richieste dalla Grecia), “c’è un aspetto giuridico della questione nel quale non voglio entrare. Ma essa richiede anche un minimo di sensibilità. Dal momento che sono le truppe tedesche che hanno imperversato in Grecia, e che in conseguenza un milione di tedeschi ha perso la vita” (segue qui un richiamo al presidente von Weiszäcker, la cui memoria gode in Germania di unanime rispetto): “Quando penso a quanto i nostri vicini hanno sofferto per causa nostra, non posso che sperare che niente di simile ci succeda”.
“Quanto l’Europa si è allontanata dagli ideali della sua fondazione? Mai più nazionalismo e odio avrebbero dovuto dividere i popoli dell’Europa. Lei, signora Merkel, ha appena parlato di pace, democrazia, solidarietà. Ma per difendere questi valori lasci che i paesi europei siano governati dai governi eletti e non da lei. Non dai mercati finanziari, non dall’ex banchiere d’affari Mario Draghi, non dalla troike”.
Sahra Wagenknecht è un personaggio, Nel 1989, mentre Angela Merkel, per caso, uscendo dalla palestra con la sacca in spalla, si ritrovò in mezzo alla gente che accorreva alla porta del Brandeburgo e si lasciò trascinare, lei, dottore in filosofia, scelse la Sed, il partito Comunista tedesco, che poi si trasformò in Linke, il partito socialista oggi presieduto da Oskar Lafontaine, il suo compagno, ex leader socialdemocratico. Non ha il cachet bonario dietro cui Angela Merkel si nasconde, ma è donna che sa di politica, oltre che bella.

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