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venerdì 3 luglio 2015

Colpo di fulmine sul vicario inquirente

L’ispettore il senso di osservazione ce l’ha esatto. Per esempio di “come le donne brune invecchiano più in fretta delle bionde, mentre agli uomini accade esattamente il contrario”. E quindi non ci sarebbe storia: un delitto accertato è certo. Ma il suo antagonista, mite e attonito vicario di parrocchia, che vorrebbe dissotterrare un delitto giudicato senza alcun dubbio sedici anni prima, non ha torto: la verità ha mille pieghe. Non è la sola sorpresa.
In questo giallo finora trascurato della giallista teologa si viaggia per la campagna inglese in Lancia Flavia – nel 1967, altra epoca? – “una macchina molto  bella”. C’era ancora l’interdetto sugli illegittimi, in Italia i famosi N.N. di cui si trovava difficile l’abolizione. Ma non c’era il leghismo, anche il Nord esercitava liberamente la superstizione – “si dice che porti male procedere in senso antiorario  attorno a una chiesa”.
Un giallo atipico, dall’esito non prevedibile – piuttosto un noir. Ma con una sensualissima storia  d’amore, senza alcunché di sconveniente, tra il vicario attempato e una top model – che è la verità, poi, dell’amore, quel soprassalto di vitalità, morbosa e non.
Ruth Rendell, La morte in versi, Fanucci, pp. 253 € 7,50

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