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giovedì 13 luglio 2017

Sono un ragazzone e me ne vanto

Ce n’è per tutti, tre pagine in media. Il respiro è del talk-show, due battute e via. Ma professionale, coi tempi giusti. Un ottimo prodotto editoriale, da libro di pronto consumo. Più appassionante, volendolo, di “Chi” o la “Novella Duemila” di Arbore, se esiste ancora: si legge facile facile. La Banca d’Italia, D’Alema, Berlusconi, il Giglio magico (il genere di toscani a Roma non ce ne sono abbastanza), Enrico Letta naturalmente, Bersani, Grillo, Merkel e altre comparse, i conduttori tv. Poco su di sé, ma non si saprebbe per questo congratularsi – uno che non parla di sé. Perché invece avrebbe dovuto.
È col suo governo che l’Italia si è privata della riforma costituzionale di cui avrebbe bisogno come il pane, in reazione alla sua protervia. Un libro di pettegolezzi dopo questa sconfitta, come se nulla fosse, è allucinante. Ha perfino avuto una scissione del partito che da cinque anni gestisce, potenzialmente dirompente, e niente. Ha perso Roma, Torino, Genova, mezza Toscana, niente. Mentre la politica della domanda con la quale ha voluto affrontare il crac è poco produttiva e quasi sterile.
Renzi continua ad andare come un treno. A sbattere? Pubblicizza orgoglioso una sere di pettegolezzi, non un disegno politico, e uno si chiede: allora? Renzi vuole ricominciare, dopo la “tranvata” del referendum, z8zma dal peggio? Un uomo di potere, non di idee, questo si era già capito. Ma di che potere: provinciale, paesano?
I meriti che fa valere sono discutibili. L’assegno per i figli era già di Berlusconi. Come l’esenzione Imu per la prima casa. La legge di avviamento al lavoro è stata di corto respiro. La ripresa dell’economia è stata, ed è, lenta: niente investimenti pubblici, niente riduzione del cuneo fiscale. Ha vinto le europee del 2004, ma era un voto di speranza, deluso alle consultazioni successive, una dopo l’altra.  
La storia a cui tiene molto di come ha fatto eleggere l’anonimo Mattarella invece di Amato alla presidenza della Repubblica ne sancisce la pochezza – la protervia è stupidità. Amato, col quale avrebbe continuato il cammino di alto profilo su cui lo aveva indirizzato Napolitano, concludendolo come l’uomo che riformò la Costituzione, riduce a piccolo intrigante portato da D’Alema e Berlusconi di nascosto. Si vuole un ragazzone e nient’altro.
Matteo Renzi, Avanti. Perché l’Italia non si ferma, Feltrinelli, pp. 240 € 16

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