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venerdì 14 luglio 2017

Maremma amara

Sul “Corriere della sera” ieri Marco Gasperetti ha la storia di un gentiluomo, Francesco Romano Carfagna, piccolo vignaiuolo all’Elba, dove “ha creato una vigna modello”, di “vino ansonica pregiatissimo”, condannato in tribunale a Grosseto per aver elimnato le sterpaglie senza chiedere il nulla osta.
Carfagna ha eliminato le sterpaglie su un piccolo spiazzo, di dieci metri di lato. Ma Grosseto protegge l’integrità dell’ambiente: “Il tribunale di Grosseto gli ha spedito un decreto penale (dunque senza dibattimento) per il realo di lottizzazione abusiva a scopo edilizio”. Ottomila euro di multa e 11 giorni di carcere. 
Sembra inventata ma è verosimile. Non c’è dubbio che la Maremma si è imbruttita. Di brutto: più che una campagna, è una periferia abusiva, non urbanizzata. Intere conurbazioni sono cresciute dal nulla, a casaccio. Per esempio a Albinia, dove si è costruito sul torrente, ostruendolo - un’alluvione ne è stata provocata che ancora non si riesce a sanare, dopo tanti soldi spesi dallo Stato. O a Marina di Grosseto, a Magliano, a Pereta. Ovunque, senza sanzioni. 
Ma Grosseto occhiuta vigila. I vigili urbani e gli assessori, al Territorio o Ambiente, più spesso assessore. Non sugli abusi di chi vota, sui residenti non residenti. Vengono seguti passo per passo, per affermare l’autorità pubblica, con visite a ripetizione, interdizioni, ammonizioni, convocazioni, e col binocolo. Un vecchio pollaio in disuso ripulito dei chiodi e delle assi marcite, costa migliaia di euro, tra avvocati e carte bollate. Carfagna lavora personalmente la sua vigna, ma è romano. 

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