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giovedì 13 luglio 2017

Lo scandalo dell’accoglienza è internazionale

Frontex, l’organizzazione euroepa per l’emergenza immigrazione, ha messo a punto un dossier sulle attività delle Ong che operano nel Mediterraneo, che promette agli inquirenti italiani. Un dossier dunque di implicazioni penali.
L’ambabsciatore italiano a Tripoli Perrone, contemporaneamente, e irritualmente, spiega la situazione alla “Nazione” in questi termini: “In mare è il caos: scontri tra guardacoste libici e Ong”. L’ambasciatore spiega quello che si sottace: che la Guardia costiera libica usa mezzi forniti dall’Italia, è stata ed è addestrata dalla marina italiana, e opera con l’assietnza italiana.
All’obiezione che la guardia costirea libica avrebbe mitragliato i barconi, Perrone risponde non tanto sibillino che è una fake news: “C’è una contesa mediatica… Che ci sia un rapporto difficile tra la guardia costiera e le Ong è un dato pubblico”.
Il volontariato internazionale nel Canale di Sicilia è anch’esso un business, anche questo a questo punto “è un dato pubblico”. Resta solo da accertare se per il piccolo, micragnoso, profitto. O per conto dei rispettivi governi – gli stessi che poi si rifiutano di prendere i migranti “salvati”: per il controllo, cioè per spionaggio. 

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