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venerdì 14 luglio 2017

La matematica ci libera

Le matematiche sono molte in francese, e Badiou, filosofo e poligrafo di varia umanità come usa da qualche tempo oltralpe, vi si immerge con voluttà, e quasi perdendosi. Per matematiche intendendo le scienze.
Ma dov’è la novità? Da Talete, Democrito e Eraclito a Aristotele, Descartes, Pascal, e Popper. Non c’è pensiero che non abbia fondamento scientifico, argomenta Badiou. Dobbiamo alle matematiche le sole poche cose che sappiamo: “Le matematiche sono la più convincente delle invenzioni umane”. E la via alla felicità – tema di più trattazioni di Badiou: “Le matematiche, per la loro forza estetica e per la creatività che richiedono, sono un modello in cui la libertà, lungi dall’opporsi alla disciplina, la esigono”.
Ma allora vale al contrario: tutto in effetti si può dire. Anche delle matematiche, basta saperlo dire.
Il poeta Lautréamont lo dice perfino meglio, nei “Canti di Maldoror”: “O matematiche severe… più dolci del miele”. Piene di grandezza solida, imponente, e di verità incontrovertibili.
Matematica significa – Badiou non lo dice, ma questo è il messaggio - rigore nel procedimento, e prova del risultato. Ma questo non sarà facile. La filosofia ha i suoi punti fermi, teorici (come la relatività generale, per dire) e pratici (la fissione d Fermi, il parafulmine di Franklin) ma con modestia. Come del resto la vera scienza, che i suoi risultati non esita a rimettere in discussione – è questa la sua verità, non aliena alla filosofia. Badiou dà l’impressione di avere scoperto l’acqua calda. Ma l’entusiasmo sa fare contagioso.   
Alain Badiou, L’elogio delle matematiche, Mimesis, pp. 82 € 10


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