Cerca nel blog

lunedì 16 agosto 2021

Il giallo dell’amore paterno e dell’amore filiale

Una lunga fredda vendetta si consuma. Che segnerà la resurrezione dell’ispettore Lojacono, di Montallegro nell’agrigentino (omaggio a Camilleri-Montalbano?). Confinato in un commissariato disastrato a Napoli dopo che il solito pentito da lui carcerato lo ha indicato come confidente al soldo della mafia. Con qualche alzata d’ingegno, non troppa, il lettore non viene snobbato. Sul fondo di Napoli, che De Giovanni, da napoletano, non sembra gradire – nel 2012, quando il racconto fu concepito e scritto (“tutto nacque da una domanda un po’ livida di una scritrice durante una presentazione: non è un po’ troppo comodo raccontare sempre degli stessi personaggi?” E De Giovanni ha pensato subitpo a un Montalbano sfortunato, in trasferta).
Un racconto veloce, con sottolineature al giusto. Scritto come una sceneggiatura, per scene. Ma con uomini, e donne, veridici. Consistente (psicologie, linguaggi), come un Chandler: sull’amore paterno e l’amore filiale, temi, si direbbe, incensurati. E poi Napoli. Niente anema e core: una città indifferente, fredda, solitaria, cattiva. Vuota, perlomeno d’anima.
Una Napoli sparita, “una città di fantasmi”. Gelosi, presuntuosi. Piove sempre. Non c’è nemmeno il mare, a Napoli: “Una volta (Loiacono) era andato vicino al mare, aveva avuto voglia di snentirne l’odore, di respirarne la brezza. Non l’aveva trovato”. Giusto un lungomare “di auto indifferenti a costeggiare la scogliera”, un “odore di rancido”, e sporcizia, “buste di plastica galleggianti sull’acqua stagnante come cadaveri di meduse”. Il tono è questo: “La città è malvagia”. Lojacono si fa persuaso (Camilleri) che “quella non era una città di mare”, che il mare e la città si odiavano, come parenti litigiosi. Che tutti lì “si percepiscono come nemici, non hanno un’identità comune” – Lojacono “sentiva l’ostilità”, vagava “come un profumo”: “La città è malvagia “ per l’ostessa Letizia, l’amica di Lojacono, napoletana a due mandate. Anzi, non è: è un fondale di scena, “un fondale di cartone”, con dentro “proprio niente” – “tutti camminano a testa bassa, corrono, se si guardano lo fanno con odio o con paura”. E “il cielo è di piombo”.  
Maurizio De Giovanni,
Il metodo del coccodrillo, “Corriere della sera” – “Sorrisi e canzoni TV”, pp. 293 € 8,90

Nessun commento: