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mercoledì 18 agosto 2021

Da Kabul a Taipei

Digerire Hong-Kong, senza nessuna reazione dell’Occidente, non sulla legalità, i patti internazionali, e nemmeno sui diritti umani. E riaprire il fronte Taiwan. È un fatto pubblico: il presidente Xi punta su Taiwan, anche per distogliere da Hong Kong. Con dichiarazioni, e con manovre militari, aeree e marittime. Il ritiro confuso, benché da tempo previsto, dell’America da Kabul gli ha consentito di rilanciare la sua quotidiana polemica con un argomento inoppugnabile: visto come l’America tratta i suoi confederati?
Una escalation? Non ora, un confronto militare èescluso, Pechino gode ancora tutti i benefici della globalizzazione. Ma il confronto è inevitabile, sia nell’ipotesi di un’America trumpiana, vogliosa di riprendersi le sue produzioni e di ridurre il epso di Pechino nell’economia americana, sia nell’ipotesi di una globalizzazione di lunga durata, della Cina fabbrica del mondo. Il prossimo passo, scontato dalle cancellerie europee, dovrebbe essere la creazione a Taiwan di un fronte “patriottico”, per l’unificazione.

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