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venerdì 26 giugno 2009

Bèri, la piccola Milano

Non ha buona fama Berlusconi tra i giudici, ma tra quelli di Puglia in modo speciale. Ancora si ricorda il giudice di Lecc, dottor Vittorio Gaeta, presidente del tribunale del riesame, che aveva una mailing di colleghi e passava il tempo scrivendo messaggi del tipo: “Silvio Banana è decisamente fesso”. O chiedendo “una commissione d’inchiesta, pubblica e trasparente, sul rincoglionimento degli italiani”.
È su questo terreno di coltura che la Procura antimafia di Bari, trovatosi tra le mani un noioso fascicolo di tangenti alla sanità, tra diessini, vendoliani e ragazze squillo, ne ha fatto un succulento scandalo berlusconiano. Anche per rimediare all’incapacità del sindaco di Bari Emiliano, un collega, che, sebbene D’Alema gli abbia rifatto la città in pochi anni quasi nuova, non era riuscito a farsi rieleggere. Senza contare quei ventuno mafiosi del clan Striguglio, Briguglio (Strisciuglio, n.d.C.), che erano stati liberati perché la condanna non era stata trascritta.
D’altra parte, bisogna riconoscerlo: uno scandalo montato in così pochi giorni, per la seconda settimana del ballottaggio, è un record. Difficile da superare per la pur valida magistratura italiana: la Procura di Bari ha sottratto a Milano lo scettro dell’antipolitica, impunita. E come si diceva, se Milano avesse lu meri, sarebbe una piccola Bèri.
Un giorno, con calma, fra qualche mese, sotto Ferragosto, o dopo un nuovo terremoto, la Guardia di Finanza verrà ordinata dal giudice d’indagare sui bilancio delle Asl e dei partiti al governo, al governo a Bari, sul tipo di quelle cinque-seicento indagini con cui la stessa si è specializzata su Mediaset, con il suo efficientissmo Servizio I, e i capi compagni di barca di D'Alema dopo essere stati in carriera col tosatore Visco. E magari di formulare un’ipotesi di finanziamento illecito, voto di scambio, eccetera, che una Procura antimafia non si nega mai - che ci sta a fare altrimenti, per altre questioni c’è la buoncostume.
Resta da accertare perché il sindaco Emiliano, altro giudice, voglia a tutti i costi farsi rieleggere sindaco di una città i cui imprenditori sono magnaccia e le signore escort a pagamento. Per di più smandrappate, anche se i giornali del “noto gruppo editoriale svizzero” e del cardinale Bazoli le ritraggono giovanili e fulgide. Sono picchiate dai fidanzati, pagate mille euro appena, e direttamente dai consumatori, senza diritti d’agenzia, come usa in un vero mercato, a Milano, a Cortina. Insomma, Bari evidentemente non è Milano. Ma ne ha preso in fretta le prerogative: l’impunità dei giudici, e il gusto del sordido - basta vedere le facce delle sue eroine negli stessi autoscatti, sono imbattibili. Bisogna accettare dunque la verità: Scelsi ha fatto le scarpe a Borrelli, ha più fantasia.

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