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giovedì 25 giugno 2009

La campagna d'Italia di Murdoch

Che cosa abbiano detto gli illustri italiani a Murdoch non è dato sapere. Quello che Murdoch ha detto loro, oltre che offrire da bere, si sa da fonte certa: “Sky è una grande azienda, investiremo in Italia”. In una parola: attenti a voi. Il suo messaggio è stato perlomeno così inteso: “Siamo leader incontrastati in Italia nella tv a pagamento e non cederemo”.
Il campo, come si sa, sta per essere invaso da Rai e Mediaset. Ad ascoltarlo, tra gli altri, era il presidente della Rai, Paolo Garimberti. Che sta realizzando lo sganciamento della Rai dalla piattaforma Sky, già deciso dal vecchio consiglio d’amministrazione, quello prodiano. C’era anche il presidente di Telecom, e quindi de La 7, Galateri. Insieme con lo stato maggiore di Rcs-Corriere della sera, e i banchieri di Prodi, Costamagna e Capuano. Per il gruppo l’Espresso c’era Rodolfo De Benedetti – il padre Carlo, che pure ama queste riunioni, non si è scomodato.
La “grande assise a Milano del gruppo editoriale” di cui hanno fantasticato i giornali non c’è stata. Murdoch si è presentato con i suoi figli, ha fatto un invito al Castello Sforzesco, ha dormito all’hotel Bulgari, e se n’è andato. Può anche darsi che crei a Milano un quartier generale per le attività del gruppo, ma questo perché altrove è stato tenuto fuori. Anche in Germania, dove ha rilevato (qualcuno dice “sottratto”) a Leo Kirch il gruppo Premiere, la politica, nazionale e locale, gli sta creando più di un problema, fiscale e anche gestionale.
In Italia Murdoch è cresciuto per i buoni uffici di Berlusconi, quindici anni fa. E di Letizia Moratti, fresca dell’esperienza a capo della Rai, dove l’aveva messa Berlusconi, consulente esperta delle prime mosse dell’editore australiano.

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