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lunedì 21 marzo 2011

L’Italia perderà la guerra

L’Italia confina con tutti i paesi del nord Africa, a differenza degli altri paese della Coalizione di Sarkozy, ed è il Paese che ha il maggiore dare-avere con la Libia. Per il suo passato di potenza coloniale, e per il suo presente di partner economico.
Fatti i conti, alla Farnesina il lutto è generale: l’Italia si è lasciata imbracare in una guerra – per il ministero degli Esteri è una guerra, checché ne dica il presidente Napolitano – in cui ha tutto da perdere e nulla da guadagnare, si afferma: l’onore, l’influenza politica, l’influenza economica. Il ministro Frattini cerca di accreditarsi come protagonista della storia, ma nel suo ministero e a palazzo Chigi l’irritazione è esplicita. Berlusconi, passato il primo smarrimento, ce l’ha col suo ministro degli Esteri perché l’avrebbe portato a subire un diktat che ritiene umiliante da Sarkozy. E, di più, non gli avrebbe consentito di svolgere una mediazione, o dissuasione, nei confronti di Gheddafi, come a suo dire avrebbe in passato esercitato con successo fra gli Usa e la Russia.

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