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martedì 22 marzo 2011

Verso una guerra di usura

Dopo quattro giornate di bombardamenti, con 70-80 missioni al giorno, tutti gli obiettivi militari in Libia dovrebbe essere fuori uso. La Libia, si ricordi, pur avendo un territorio molto vasto, ha una popolazione di appena cinque milioni di abitanti, agglomerati in pochi centri urbani. È così che a poche ore dall’intervento aereo massiccio delle forze della coalizione l’opinione prevalente tra i militari che ci andrà a una guerra d’attrito. Impropria, poiché la Coalizione non potrà comunque impiegare forze di terra, ma non lampo.
Pesano in realtà sull’interveto armato una serie di equivoci. La risoluzione dell’Onu è imprecisa e comunque debole: non consente un intervento massiccio (la risposta limitata è, com’è noto, poco apprezzata dalla manualistica). La Coalizione è avventizia, tra forze disparate. E non ha coesione politica, né di comando. La Libia è un territorio immenso. Gheddafi si manifesta sempre al comando, l’opposizione è confinata a Bengasi – e non avrebbe dimostrato speciale consistenza, i rapporti dall’interno della Libia non sarebbero più ottimisti come un mese fa.

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