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giovedì 24 marzo 2011

La scoperta della "Libya", e delle tribù

È più semplice, e più classico, Libia, ma nelle cartine della Rai si legge Libya. Per non dire di Agedabia, che si scrive e si pronuncia più corretto così, ma gli inviati dei grandi giornali trovano il tempo, nelle corrispondenze che s’immaginano concitate, di compitare Ajdabiiya. Questa guerra avrà avuto il merito, si dice per dire, di portare alla luce la Grande Ignoranza che ha colpito l’Italia. Una sorta di analfabetismo di ritorno, se neanche Bernardo Valli si ricorda più che, bene o male, è l’Italia che ha introdotto la Libia alla contemporaneità.
Con tanti fini arabisti e islamisti nei suoi ranghi, “Repubblica” affida a Thomas L. Friedman, un giornalista americano, la grande novità, che tutti sanno, che alcuni paesi arabi sono sempre tribali, e cioè la Libia e l’Iraq, oltre alla penisola arabica. In aggiunta, va ricordato, fuori dalla cornice araba, all’Afghanistan. È un caso che siano i tre paesi nei quali gli Usa ci hanno convitato alla guerra? Non si vince mai con i paesi tribali, questo è un dato che qualsiasi contemporaneista sa per certo.

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