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domenica 16 ottobre 2011

Mafia e antimafia si fanno in Procura

Black-out totale, all’improvviso dei Ciancimino non si parla più. Ce n’è uno che dice cose importanti, e niente. Si chiama Roberto, non ha evidenti problemi psicologici come il dichiarante Massimo, sembra perfino solido, con una professione, ma di lui non si può sapere. Roberto Ciancimino racconta anche retroscena molto “gustosi” secondo i cultori del fatto: titoli, yacht, palazzi, saghe familiari, tra il figlio piccolo con la madre chioccia e tre fratelli solidi, due avvocati, un notaio. Di che riempire giornali in quantità, se non faldoni di tribunali. E niente: la Procura di Palermo non si muove, i grandi giornali nemmeno.
I giornali hanno perduto il gusto della notizia? Non hanno più valenti cronisti giudiziari all’opera? O i cronisti non si muovono se non c’è una qualche trama che veda coinvolto lo Stato al servizio della mafia, sia pure lo Stato dei Ciampi, Mancino, Conso, uomini onesti se ancora ce ne sono? Il fatto è che la Procura non parla, e il cronista giudiziario s’informa solo dal Procuratore.

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