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venerdì 11 novembre 2011

L’Europa (fallimentare) dei banchieri

Dopo Papademos in Grecia, Monti in Italia: le banche assumono direttamente il governo della politica, come già la Bundesbank in Germania attraverso Angela Merkel. Sotto il patrocinio della Banca centrale europea. E delle grandi banche d’affari che nella Bce sono rappresentate dal presidente Draghi. L’“Economist”, il settimanale delle banche, celebra l’avvento con una copertina speciale, molto gioiosa, del tutto sproporzionata alla caduta di Berlusconi che all’apparenza celebra. Sarà un’epoca triste, quando se ne farà la storia, e questo avvento non è di buon auspicio.
È l’effetto, bisogna riconoscere, della crisi della politica in Europa. La politica sostituita dalla banca è triste, ma non c’è rimedio. In Italia il partito Democratico, che più degli altri ha un patrimonio di idee, chiede esso stesso il governo “tecnico”, cioè dei banchieri, per non saper che dire. Il patrocinio del presidente Napolitano non allevia la stigmata.
È una soluzione anche giusta. È più onesto – palese – che siano i banchieri a gestire una politica che è ridotta al problema del debito. Il quale è essenzialmente un problema delle banche. Sono gli Stati a salassarsi per il debito, ma finché non c’è il default, e questo non è il caso dei paesi europei, il problema del debito è un problema delle banche: di coefficienti patrimoniali, di liquidità, di costi per le banche e di costi per il credito, che è la funzione delle banche. Mentre il salasso per gli Stati è anche una rendita per i cittadini – come il grande libertino Carli, predecessore di Draghi alla Banca d’Italia, insegnava.
Ma la crisi è stata generata ed è perpetuata dai banchieri. Quella degli ultimi quattro anni. Provocata dalle banche e risolta dalla politica solo negli Stati Uniti, con una decisa avocazione d’iniziativa. Nell’Europa delle banche – le tecnostrutture rispondono agli interessi costituiti, cioè in materia finanziaria alle banche - si è andata invece aggravando. È del resto da quindici anni che l’Europa langue, in una stagnazione di fatto anche se non statistica. Da quando è finito il ruolo di Kohl e Mitterrand, si può dire, gli ultimi due politici di qualche qualità. O da quando l’euro ha preso il sopravvento su tutto. E i banchieri che lo gestiscono. Che hanno esordito con l’euro a due marchi, e questo dice tutto della loro saggezza, se non della loto integrità.

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