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venerdì 21 giugno 2013

Chiamare la giustizia col proprio nome politico

Pignatone si vuole democrat. È reputato per questo onesto, e forse lo è. Ma come lui tutti i Procurarori Capo, i procuratori, e i giudici farebbero bene a dichiarare la propria fede politica. Si continua a pretestare la giustizia al di sopra delle parti mentre è, per ogni riguardo, di parte. Di partito e perfino di corrente – si conoscono ancora, in pieno esercizio, Procuratori Capi della Repubblica finiani…. Per questo troppe volte inaffidabile.
Il giudice che fa comizi, in dibattimento o in sentenza, e offende le parti private è contro ogni principio di legalità. Ma non in Italia. Non ci si può fare niente, perché questa giustizia tiene tutti gli interessi costituiti per le palle: banchieri-editori, presidenti della Repubblica, presidenti del consiglio. E allora tanto vale.
Una giustizia ricattatoria sembra un’esagerazione, ma questo è quello che è. I giudici americani non si nascondono. Quelli tedeschi nemmeno. Solo in Italia, dove è corrottissima, la giustizia si vuole asettica.
I quindici giudici costituzionali italiani sono dei politici, seppure di second’ordine, ma non si può dire. E perché? Franco Gallo, Cassese e Tesauro, nominati da Ciampi, sono professi democrat. Napolitano ha nominato Maria Cartabia e Paolo Grossi. Cinque magistrati, di Cassazione o contabili, sono stati sponsorizzati da Napolitano: Criscuolo,  Lattanzi e Morelli (Cassazione), Carosi (Corte dei Conti), Coraggio (Consiglio di Stato).
Eletti dal Parlamento sono Sergio Mattarella, Pd, Luigi Mazzella, Pdl, Giuseppe Frigo, Lega, Paolo Maria Napolitano, finiano, Gaetano Silvestri, Udc.
Di ogni Procura e di ogni tribunale bisognerebbe rendere pubblici gli elenchi della appartenenze sindacali e politiche dei giudici. Poiché loro stessi lo rivendicano come libertà costituzionale, perché se ne vergognerebbero? Dei loro organismi rappresentativi e direttivi, peraltro, l’Anm e il Csm, che è nulla di più che un  sindacato costituzionale, e compresa la Corte Costituzionale, la rappresentanza politica si vuole dichiarata. Dovendo rappresentare in percentuale le correnti.

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