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martedì 8 dicembre 2015

La difesa europea è francese

Cameron vuole bombardare in Siria per non restare indietro alla Francia. Le gelosie degli Stati Maggiori e l’industria degli armamenti glielo chiedono - la Francia ha superato la Gran Bretagna come fornitrice delle petromonarchie del Golfo, e bisogna recuperare terreno. Non è una bizzarria, è lo stato delle cose.
Hollande ha cercato un accordo militare con Obama, un altro con Putin, e un altro nel quadro Ue. Poi, passato il primo momento, non ne ha fatto nulla: in Siria e altrove bombarda da solo. Anche questa non è una bizzarria, è una politica militare e di difesa. Fra le tante asimmetrie dell’Unione Europea questa politica è anzi una delle più antiche e consolidate: la Francia, che assolutamente non vuole una difesa europea, la supplisce con le proprie iniziative
La Francia supplisce la politica di difesa europea sul campo<<<<<<<<. in Siria come in Mali (e in Costa d’Avorio, nel Ciad, ovunque nell’Africa occidentale) o in Libia. E nelle politiche commerciali, di forniture di armamenti. L’una cosa regge l’altra, la difesa europea confidata alla Francia e la vendita di armi, e sta bene così. Non da ora: il primo progetto di Europa Unita, prima del mercato comune, era la difesa - la Comunità europea di difesa - ma la Francia la fece fallire ul nascere, sono ormai sessant’anni.
Si è detto che per questo la Francia è esposta di più al terrorismo. Romano Prodi è il più tenace assertore di questa tesi: l’Is attacca la Francia in quanto vera potenza militare dell’Europa. L’argomento è controvertibile. È probabilmente più vero che l’Is attacca la Francia perché può pescare (volontari, fiancheggiatori, simpatizzanti) sulla massa di islamici che vi risiedono, sei milioni. Una massa che i servizi d’informazione francesi e la polizia politica non possono controllare e non riescono forse neppure a penetrare. 

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