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domenica 6 dicembre 2015

Il cellulare al bisogno

Bionda, discinta ma non devastata, e anzi distinta, bionda naturale, tedesca, forse americana, sta la donna sul marciapiedi, le spalle al muro, seduta su una panchetta, ai piedi una ciotola, curva sul cagnetto di razza irriconoscibile, che si spulcia al modo delle scimmie. Sta assorta, incollata al telefonino. Il giovane nordafricano, invece, che davanti al bar triste chiede insistente un’elemosina, col berretto rovesciato sulla mano protesa, è interrotto da una chiamata, ma si apparta per rispondere lieto.
La pompa di benzina al centro del quartiere è automatizzata. Un volenteroso nordafricano accudisce i clienti alla complessa macchina: bancomat, carta di credito, contanti, e il resto? Sorridente, mentre parla in continuo al cellulare con l’auricolare. Qualcuno gli lascia una piccola mancia.
Un ragazzo rom aspre sistematico i cassonetti della differenziata, quello della plastica e delle lattine, fissa il coperchio con un’asticella, rovista, estrae, esamina, ributta, si riprende l’asticella e continua la ricerca in altre isole ecologiche. Distrattamente, sempre incollato al telefonino. 

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