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giovedì 10 dicembre 2015

Ritorno al bonapartismo

In Libia e in Siria, come già in Egitto, si cerca un generale - un risolutore. E se necessario anche in Irak, se il regime eletto non sarà in grado, come sembra, di superare le sue divisioni paralizzanti, le fazioni etniche, religiose, e tribali.
Dopo le primavere arabe, si torna al regime politico paramilitare che ha stabilizzato il Medio Oriente per mezzo secolo, a partire dal nasserismo in Egitto, 1954-1956 - e prima ancora del kemalismo in Turchia, la prima modernizzazione di un paese islamico. In assenza di una forza politica affidabile, si cerca nelle forze armate il fulcro di uno Stato in grado di contenere le spinte faziose e imporre la modernizzazione politica dell’islam stesso.
Non ce n’è una dottrina, ma le coalizioni per la Siria e la Libia si muovono in questa prospettiva. Non c’è altra soluzione che militare, e non c’è all’interno una forza politica su cui fare affidamento. Obama, che è all’origine del rigetto del bonapartismo in favore delle primavere, accede al ritorno al bonapartismo nel momento in cui fa dichiarare dal Pentagono la guerra necessaria. Il rinnovato intervento Usa in Irak va anch’esso in questa prospettiva, benché legato per la facciata a un invito del governo iracheno. 

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