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lunedì 7 dicembre 2015

La guerra destabilizza

Le choc”, “Le choc”, “Le choc”, “Le choc, almeno quattro grandi giornali francesi hanno questa copertina. Su un fatto noto da tempo, la vittoria elettorale della destra, e scontato. La stessa copertina che avevano il 14 novembre, dopo i massacri di Parigi. Si direbbe la stampa senza parole.
Effetto della guerra, sotto choc è la stampa? In parte: la guerra destabilizza l’informazione. Ma come effetto dell’ignoranza. La guerra destabilizza l’Europa, che si scopre ignorante prima che incapace – incapace anzitutto per essere ignorante. Del mondo arabo – strabiliante nel caso della Libia, che pure è vicina di casa, e per alcuni decenni fu dominio italiano. Della Russia naturalmente. E naturalmente dell’islam, a parte qualche eco del nebbioso dialogo delle fedi. Del proselitismo e militantismo, a uso esportazione, delle petromonarchie della penisola arabica, nello stesso mondo arabo e in Africa. Alleate e anzi pilastro dell’Occidente, in petrolio e in dollari.
Lo choc non è solo della stampa parigina. C’è ignoranza perfino corposa, tattile, a Bruxelles, nella burocrazia e fuori. Nell’Europa senza studi, capacità di analisi, capacità di decidere. 
L’Europa sembrava ferrata al tempo delle ideologie, superdotta, informata. Il Muro crollato la mostra in costante affanno: ora chiede una “guerra di civiltà” mentre sospetta e anzi accusa amici e alleati di doppiogioco; si è fatta imporre una crisi spaventosa dalle banche americane e dopo otto anni rischia ancora di restarci dentro soffocata; è aggredita da milioni di immigrati e non lo sa – finge che le serva un mercato schiavista del lavoro mentre starebbe molto meglio senza.  

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