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sabato 10 febbraio 2018

Il conformismo dei non-conformisti

“The Hollywood Reporter” e “The Atlantic” fanno le bucce a Amazon per aver prodotto gli ultimi film di Woody Allen, jettatori: Amazon ci ha rimesso, al box-office e nella reputazione, Amazon ci rimetterà.
Che Amazon promuova film non volgari non importa: l’ultimo Spike Lee, l’ultimo Jim Jarmush (l’eccellente “Paterson”). Woody Allen è colpevole di aver violentato la propria figlia Dylan Farrow, anche se non è vero e lo ha provato – senza contare che la figlia forse sua moglie Mia Farrow l’ha fatta con Frank Sinatra. È incredibile il conformismo della stampa americana. È il conformismo dei non-conformist.
Ora a generi rivoltati, non più la donna è l’essere immondo, è l’uomo. Ma con la solita base: il rifiuto del corpo, dei sensi, del piacere. Con la stessa insensibilità. Dirsi martiri di un complimento è una ingiuria alle vittime di stupri, e della pedofilia, ma l’insensibilità non turba il puritano, lui ha il suo Dio.

Non-conformist erano i “puritani”. Che gli Usa fino a ieri hanno eletto a progenitori – mentre sono figli di molti padri. Ma prossimo è il momento, è in corso, in cui gli Usa si diranno figli delle minoranze, indiane, africane, latine. E questo sempre col facile monolitismo “puritano”. Della verità pura e dura. 
Del melting-pot  gli Stati Uniti non hanno preso nulla, solo il colore della pelle. Tutti i neri, i latini, gli africani valgono e si vogliono wasp, white anglo-saxon protestant: “puritano” e il segno della superiorità. Le streghe non sono morte a Salem. 

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